venerdì 17 luglio 2009

Come più volte detto e come ammesso anche dall'Avvocatura dello Stato e dal TAR del Lazio, i provvedimenti della Gelmini non avevano alcun valore perché mancanti di documenti essenziali e perché fuori dai tempi previsti. Come d'abitudine la cosa è stata sanata a posteriori, e per evitare la decadenza di tutti i regolamenti il Governo è venuto incontro alla Gelmini ed in data 1° luglio ha approvato il Decreto Legge n. 78 del 1/7/2009 che all’art. 17, comma 25 stabilisce: "il termine di cui all’articolo 64, comma 4, del decreto legislativo 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, si intende comunque rispettato con l’approvazione preliminare del Consiglio dei Ministri degli schemi di regolamenti di cui al medesimo articolo.".

Ormai siamo allo Stato delle banane in cui si fa una legge per coprire i comportamenti più o meno disinvolti dei Ministri e si introduce un potere delegificante del Governo a tempo indeterminato, e questo purtroppo nel silenzio di chi dovrebbe garantire le prerogative delle istituzioni e il rispetto delle regole.

Il 2 luglio è stata pubblicata la sentenza della Corte Costituzionale relativa ai ricorsi proposti da alcune Regioni che avevano sollevato la questione di illegittimità costituzionale dell’art. 64 del D.L. 112/08 per violazione degli artt. 117 e 118 Cost. per la parti che attribuiscono alle Regioni una competenza legislativa concorrente in materia di istruzione. In sostanza la Corte ha affermato che la competenza è dello Stato (e quindi ha ammesso la legittimità di tutti i provvedimenti sui tagli), salvo per quanto riguarda il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, dove invece ha dato ragione alle Regioni.

Il 15 luglio poi, ben fuori tempo massimo ma - come abbiamo visto - il Governo ha risolto il problema, è stato approvato sulla Gazzetta Ufficiale il regolamento del primo ciclo (DPR 89/09) adottato dal Governo in applicazione dell'art. 64 della Legge 133/08. Mettiamo qui sotto il link della CGIL che ne commenta alcuni aspetti.

www.flcgil.it/notizie/news/2009/luglio/pubblicato_il_regolamento_del_primo_ciclo_si_conferma_lo_smantellamento_della_scuola_pubblica

giovedì 16 luglio 2009

21 studenti dell'Onda che il 19 maggio scorso avevano partecipato alla manifestazione di Torino a difesa dell'università pubblica sono stati arrestati. La
Procura li accusa di comportamenti violenti, secondo molti sono stati invece arrestati, quasi due mesi dopo la manifestazione e pochi giorni prima del G8, solo perché avevano preso parte al corteo, e questo per dividere il movimento e intimorire gli altri. Ora verranno effettuati gli accertamenti del caso, ma abbiamo purtroppo toccato con mano anche noi che, in questi tempi, chi è al potere non riesce ad accettare il dissenso e la critica, e spesso tutti i mezzi sono buoni per mettere a tacere chi non è allineato. Qui sotto mettiamo il testo dell'appello, cui hanno già aderito moltissimi esponenti dell'università, e il link per la firma.

*Appello in solidarietà degli studenti arrestati il 6 luglio*

Nella notte tra il 5 e il 6 luglio una spropositata operazione di
polizia ha portato all’arresto di 21 studenti dell’Onda Anomala. Ciò che
viene loro imputato è di aver preso parte alla grande mobilitazione del
19 maggio a Torino contro il G8 University Summit. In quella giornata
più di diecimila studenti, dottorandi e precari dell’università hanno
preso parola pubblica con un grande corteo, per esprimere - ancora una
volta, dopo le mobilitazioni dell’autunno - la propria indisponibilità
al processo di dismissione dell’università pubblica.

I capi di imputazione non sono solitamente passibili di custodia
cautelare a quasi due mesi dai fatti: vi è quindi un’evidente
sproporzione tra i reati ipotizzati e l’utilizzo di uno strumento
giuridico di una certa gravità. Tale sproporzione rischia di far venire
meno i principi di garanzia democratica, che dovrebbero invece essere
riaffermati. I ventuno arrestati - quindici dei quali in prigione, e i
restanti sei agli arresti domiciliari - sono giovani studenti, la quasi
totalità dei quali incensurati.

Esprimiamo la nostra indignazione per la sproporzione di questo atto nei
confronti di chi ha semplicemente manifestato il proprio dissenso.
Soprattutto in un momento in cui giovani studenti e ricercatori sono
sempre più preoccupati per la mancanza di garanzie sul loro futuro e per
l’incerto destino dell’università pubblica.

Riteniamo doveroso affermare che siamo dalla parte della libertà di
pensiero e della libertà di manifestazione del dissenso, così come
riteniamo inaccettabile trattare ogni protesta come un mero problema di
ordine pubblico. Vogliamo affermare, ancora una volta, che l’università
è uno spazio di libertà, di confronto e di produzione del sapere, che
non può assecondare la cecità di chi crede che tramite degli arresti si
possano sciogliere le contraddizioni e i problemi dell’università pubblica.



Per aderire:

http://www.petitiononline.com/wave/petition.html

martedì 14 luglio 2009

Riportiamo qui sotto un articolo de "La Tecnica della scuola" che fornisce alcune informazioni in più sugli ultimi tagli nell'organico.

Ricordiamo anche che - prima delle elezioni - il funzionario del Ministero a colloquio con i dirigenti dell'Alto Vicentino aveva assicurato che i tagli nell'organico di fatto non sarebbero stati attuati.

Confermati i tagli sull'organico di fatto

Pubblicata la C.M. n. 63 con la quale si confermano i 5mila posti in meno sull'organico di fatto. La circolare riguarda anche il personale Ata: a rischio il funzionamento delle piccole scuole. E’ datata 6 luglio la circolare ministeriale n. 63 che fornisce indicazioni per la definizione dell’organico di fatto per il prossimo anno scolastico. .
Il taglio dei 5mila posti necessario per raggiungere l’obiettivo dei 42mila posti-docente in meno per il 2009/2010 resta tutto intero, nonostante le pressioni sindacali; d’altronde negli ultimi giorni dal Ministero avevano chiarito che evitare i 5mila tagli non sarebbe stato possibile perché i margini consentiti dalla clausola di salvaguardia sono ormai inesistenti.
Un mancato risparmio sugli organici si dovrebbe tradurre infatti in un azzeramento totale dei finanziamenti diretti alle scuole.
Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia non ci saranno posti aggiuntivi, mentre una piccola novità positiva si segnala per le compresenze nella scuola primaria che, si legge nella circolare, “potranno essere utilizzate per l’ampliamento del tempo pieno sulla base delle richieste delle famiglie, nonché per la realizzazione di altre attività volte a potenziare l’offerta formativa (compreso il tempo mensa per le classi che attualmente praticano i rientri pomeridiani)”
Nella secondaria (sia di primo che di secondo grado) viene lasciata la possibilità di formare cattedre a meno di 18 ore nei casi in cui risulti impossibile fare diversamente.
I 5.000 posti in meno vanno calcolati rispetto all’entità dell’organico di fatto dello scorso anno e dunque non creeranno ulteriore soprannumero rispetto a quello già definito in sede di organico di diritto.
In termini assoluti la regione più penalizzata risulta la Lombardia (876 posti in meno), seguita da Veneto (573 posti in meno), Campania (-535), Sicilia (-492), Lazio (-416), Puglia ( -354) e Piemonte (-335). Più ridotti i tagli nel regioni più piccole: - 28 in Molise, -53 in Basilicata e -60 in Umbria.
Adesso toccherà alle Direzioni regionali decidere come distribuire i tagli fra i diversi ordini di scuola.
La circolare ministeriale riguarda anche gli organici del personale Ata che potrebbero rivelarsi in molti casi del tutto insufficienti persino per tenere aperte le scuole.
Si potranno consentire deroghe (“contenute”, aggiunge la circolare !) solamente “nei casi, motivati adeguatamente, in cui le risorse assegnate alle istituzioni scolastiche non rendessero possibile il regolare funzionamento dei servizi scolastici nel rispetto delle norme contrattuali dell’orario di lavoro”.
Resta il fatto che l’entità complessiva dei tagli (peraltro già prevista dal Piano programmatico dello scorso ottobre e dalla relazione tecnica allegata alla legge 133/08) potrebbero rivelarsi del tutto insopportabili per le scuole mettendone a rischio il regolare funzionamento.

07/07/2009

(R. Palermo, La Tecnica della scuola)

domenica 12 luglio 2009

Mettiamo tra i documenti un articolo del Giornale di Vicenza del 4 luglio. Esso riguarda l'interpellanza di Luigi Manza sulla scuola di cui abbiamo parlato nel post del 4 maggio, la risposta dell'assessore Martini e la replica del Consigliere provinciale. Riprendiamo da esso alcune frasi. L'assessore afferma che “è stato assicurato il contingente di insegnanti richiesto dai singoli dirigenti”. Ovviamente chi ha letto avrà pensato che, se ai presidi è stato dato quello che chiedevano, non c'è nessun problema. Peccato la Martini non dica che i dirigenti hanno dovuto formulare la domanda di personale utilizzando i parametri imposti dal Ministero, e quindi decurtando già alla base la richiesta. Altrimenti non si spiegherebbe come in Regione ci siano più di duemila insegnanti in meno, pur a fronte di un aumento consistente nel numero di alunni. Assicura che “le scuole continueranno a fornire risposte adeguate alle esigenze delle famiglie” - frase alquanto vaga – e non dice delle riduzioni di orario che in molte scuole si sono dovute effettuare, né della difficoltà a coprire le classi senza ricorrere a spezzatini di insegnanti dove si vuole mantenere la contitolarità, né dell'impoverimento e dello scadimento della qualità che si avranno dove un docente tornerà a insegnare tutte o quasi le materie, né dei bambini in difficoltà che non potranno più venire seguiti individualmente utilizzando le compresenze. Di nuovo se la prende con gli insegnanti: secondo l'assessore, dire cosa sta succedendo e cosa succederà è “mediante l'uso dei mass media creare falsi allarmismi e alimentare paure ingiustificate nelle famiglie”. E' bizzarro che la Martini non sappia che in Italia c'è qualcun altro padrone dei mass media, e non sono gli insegnanti che, se hanno voluto dire la loro, hanno dovuto comprarsi due pagine di giornale. E ancora ritorna su quella che secondo lei è la strumentalizzazione dei bambini. E' vero, i bambini non vanno strumentalizzati.

La formazione politica di cui se non erriamo la Martini è esponente ha distribuito negli ultimi mesi ai bambini, oltre ad adesivi e oggettini vari, migliaia di caramelle con scritto “Popolo delle Libertà” e di lecca lecca con scritto “vota Lega Nord”. Ma si vede che questo non è strumentalizzazione, è educazione alimentare.