giovedì 15 settembre 2011

Dal blog Asso di Picche rilanciamo questo post sulla scuola

Sistema Martini

I ragazzi di sinistra che protestano «li manderei a lavorare in miniera, ma non si può fare, vanno quindi inclusi a forza»: così parlò Morena Martini, assessore al Lavoro e all’Istruzione della giunta provinciale di centrodestra. Lunedì 12 la Rete degli Studenti, associazione vicina al Pd e alla Cgil, era in strada davanti ai licei di Vicenza contro i tagli alla scuola, la disoccupazione giovanile di massa e, facendo il verso agli indignados spagnoli, «un sistema che non ci considera». Per l’assessore, trattasi più o meno di fastidiosi rompiscatole: sono «senza midollo osseo e strumentalizzati da sindacati e partiti», ha infierito.
E’ miserevole che un politico si lasci andare a insultare in modo così volgare cittadini – perché anche i ragazzi, minorenni inclusi, sono cittadini – che ricorrono al sacrosanto diritto di protesta. Con un non-argomento, poi: sono di sinistra, quei giovani. E allora? Forse, secondo la esponente del Pdl, in piazza bisogna andarci solo quando la critica è condivisa da tutti gli orientamenti politici. Se così fosse, la democrazia, fondata sulla diversità di idee, sarebbe soppressa, perché non sarebbero ammesse differenze d’opinione.
Ma soprattutto: in che mondo vive, la Martini? Per il rispetto che dovrebbe portare alla targa davanti al suo ufficio, in cui c’è scritto che dovrebbe occuparsi di lavoro e scuole, sarebbe suo dovere tenere a mente che oggi chi ha 15, 20 o 30 anni sta già pagando le scelte irresponsabili e scellerate delle generazioni precedenti. Portano sulla testa, i giovani, la spada del debito pubblico eterno, della precarietà come dogma, della politica monopolizzata dalle camarille partitiche. E la signora Martini, che fa parte a tutti gli effetti di questa ingiustizia organizzata, da quale pulpito si permette di sputare in faccia a chi è destinato a una vita infame? Che si svegliassero, piuttosto, anche i giovanotti di destra, così la maleducata e irrispettosa assessora non avrebbe più alibi. “Né rossi né neri, solo liberi pensieri”, si gridava nelle contestazioni di due anni fa, intuendo che le antiquate divisioni novecentesche fanno il gioco del potere. Tutti contro il sistema e le Martini di tutta Italia, dunque, perché il futuro ce lo stanno fottendo a tutti, ma proprio a tutti. (a.m.)