lunedì 14 novembre 2011

Mario Monti è stato formalmente incaricato di formare un nuovo governo.
Berlusconi, con le sue scelte politiche ma soprattutto con i suoi comportamenti, ha fatto grave danno all'Italia e ha contribuito in modo determinante al degrado culturale, etico e sociale che vediamo attorno a noi. Essercene liberati (o che qualcuno ce ne abbia liberati, dato che le pressioni internazionali e l'andamento dei mercati non sono estranei alle sue dimissioni) è già un passo importante per ritornare a essere un paese "normale".
Tuttavia alcune dichiarazioni di Mario Monti, per di più abbastanza recenti, non ci rassicurano per nulla rispetto alla scuola. A gennaio di quest'anno, infatti, in un articolo sul Corriere della Sera egli scrisse "L'abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po' ridotto l'handicap dell'Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili."
Allora la nostra richiesta, a lui come a chi lo ha preceduto, è questa: la scuola non è solo numeri, la sua valutazione non può affidarsi alla sua convenienza economica. Prima di fare altri danni in un terreno che ormai assomiglia alle maceria dopo un bombardamento, si impegni davvero a capire - magari con qualche incursione sul campo - quant'è stata buona questa riforma.