venerdì 19 febbraio 2010

Della demonizzazione di chi lavora nel pubblico, Brunetta ha fatto il suo cavallo di battaglia. Anziché intervenire dove c'era la necessità di farlo, e gli strumenti c'erano, ha investito enormi energie per screditare tutta la categoria agli occhi della gente e per presentarsi quindi come il paladino dei giusti diritti degli utenti. Non crediamo abbia intaccato - e ce ne sono - situazioni intollerabili di negligenza, ma ha contribuito di certo al senso di disaffezione e sospetto che molti nutrono nei confronti dello Stato e di chi per esso lavora. Per avallare le proprie decisioni e autosantificare il proprio successo ha sbandierato dati e percentuali. La gente li sente e pian piano li assorbe, ma andare a verificarli con serietà riserva probabilmente sorprese interessanti. Già all'assemblea sindacale CGIL a Schio del 9 febbraio è stato detto che la gente intende generalmente i suoi dati relativi alle assenze per malattia, mentre Brunetta vi annovera anche i permessi della legge 104/92 (sull'assistenza a familiari in situazione di handicap), i congedi parentali e le aspettative non pagate. Ora lo Snals ha effettuato uno studio a campione relativo alle Marche, scoprendo che il Ministro utilizza i dati in modo mistificatorio, non per dare un quadro della situazione reale ma per perseguire i due obiettivi che agli occhi dell'opinione pubblica lui vuole ottenere. Da La Stampa del 9 febbraio riportiamo la notizia.

Ma i prof lavorano – Flavia Amabile

E' stato un lungo studio quello dello Snals-Confsal. A curarlo è stata Paola Martano (versione completa sul sito www.snals.it ) che ha smentito le“esplosive” percentuali di diminuzione delle assenze nella pubblica amministrazione. Nella realtà - accusa - si riducono a poca cosa. Per lo meno nel settore della scuola. Allo Snals hanno messo a confronto gli anni 2008 e 2009, cioè prima e dopo il decreto antifannulloni del ministro Renato Brunetta, riguardo alle assenze del personale scolastico, insegnante e non, nella regione delle Marche. L’esito è sorprendente: le percentuali fornite dal ministero della Funzione pubblica corrispondono a decrementi reali quasi insignificanti. Parlare di riduzioni del numero delle assenze superiori al 50% ha fatto pensare a una assenteismo così forte da inficiare l’efficacia del servizio educativo dello Stato e da gettare ulteriore discredito sulla scuola. Bene, queste percentuali si traducono in mezza giornata al mese, o al massimo in una giornata durante l’epidemia influenzale! Conclusione: il fenomeno dell’assenteismo nella scuola - per lo meno nell’analisi a campione delle Marche - non esiste. Le assenze, prima e dopo il decreto, sono sostanzialmente stabili e smentiscono ogni effetto-annuncio. I dati forniti dal ministero non sono falsi. Ma allora, come sono stati “annunciati” e come sono stati “letti e pubblicati”?