venerdì 8 ottobre 2010

Imparare a sperare, non a sparare!

Del progetto "Allenati per la vita" avevamo già parlato nel post del 27 settembre. Esso non riguarda solo la Lombardia, è già in vigore anche da noi in Veneto e alcuni studenti cominciano a parteciparvi. La Ministra non trova i soldi per tante necessità e urgenti della scuola, ma qui invece ritiene che valga la pena di investire.
Una valutazione ancora peggiore riguarda la sostanza della proposta: libro e moschetto, balilla perfetto. Il libro sarà la Bibbia, visto che non ci sono soldi per il comodato d'uso dei libri di testo ma la Donazzan vuole regalare una Bibbia a tutti gli studenti del Veneto, e il moschetto sarà sostituito dalla pistola ad aria compressa. Così gli studenti non sapranno magari la matematica, ma potranno partire per una qualche guerra santa o, come si fa in America dove le armi e la loro pratica sono diffusissime, ammazzarsi un po' tra loro.
Postiamo il commento al riguardo di Pax Christi.


Non c’è futuro senza educazione alla pace

Nei licei della scuola italiana, già colpita da tagli e provvedimenti inaccettabili, stanno partendo corsi paramilitari, validi come crediti formativi, dal titolo “Allenati alla vita”. Sconcertati dall'incredibile decisione dei ministeri della Difesa e dell’Istruzione, intendiamo affermare che questa iniziativa risulta altamente dannosa perché estranea alla finalità della scuola e stravolge il contenuto del progetto “Cittadinanza e Costituzione” o quello di altre iniziative come “La pace si fa a scuola”. Tra i temi proposti, spiccano la cultura militare, armi e tiro, i mezzi dell’esercito, sopravvivenza in ambienti ostili e, addirittura, la difesa nucleare (concetto ormai improponibile nel panorama giuridico internazionale che, già nel 1963, Giovanni XXIII considerava assurdo, “alienum a ratione”; l’Italia, tra l’altro, ha ratificato il Trattato di Non proliferazione per il disarmo nucleare globale).

Siamo di fronte a una novità pericolosa, antiformativa e antipedagogica. Insegnare-imparare a sparare non è compito della scuola della Repubblica Italiana dove risplende l’articolo 11 della Costituzione e dove sono maturate ipotesi di difesa nonviolenta anche tramite corpi civili di pace che non vengono adeguatamente organizzati perché il governo preferisce investire 20 milioni di euro per la “mini naja” (progetto “Vivi la Difesa”, presentato come strumento di “cultura della pace”). Vengono così tagliati i finanziamenti al Servizio civile nazionale col rischio di far seccare le radici piantate negli anni ’85, ’92, ’98, 2001 e 2004 a favore della “Difesa civile non armata e nonviolenta”.

Chi lotta contro la piaga dei bambini soldato nei paesi in guerra non può accettare la nascita a casa propria degli "studenti guerrieri". Chi vuole contrastare il bullismo non può pensare di farlo in modo paramilitare. Nel clima attuale, basato sul governo della paura, tali progetti possono solo diffondere l’idea della violenza armata come strumento normale di soluzione dei conflitti (con la convinzione che la guerra è un sistema naturale e necessario di convivenza). Consolidano l’idea del nemico da eliminare. Alimentano i pregiudizi e ne creano di nuovi. Manipolano le emozioni. Porteranno molti a farsi legge da sé, a praticare la legge del più forte. Una scuola che accogliesse simili progetti non aiuterebbe certo i giovani a usare la forza della ragione anziché la ragione della forza.

E' bene ricordare il motto nonviolento: se vuoi la pace prepara la pace.
Nel respingere tali istanze, genitori, famiglie, dirigenti scolastici, docenti e alunni sviluppino programmi educativi collegandosi alla Tavola della pace (ad esempio “Ospita una persona: incontra un popolo” e “La mia scuola per la pace”, patto siglato il 4 ottobre 2007 tra Ministero della Pubblica Istruzione e il convento di Assisi); rilancino il programma degli “Interventi civili di pace per la prevenzione e trasformazione dei conflitti” (partito nel 2008 grazie a un accordo tra 7 associazioni, il Comune di Firenze e il Ministero Affari Esteri) e riprendano l’originaria impostazione di “Cittadinanza e Costituzione”.

In molti luoghi la scuola è e può essere ancora laboratorio di pace dove è possibile esplorare le mappe della nonviolenza, accostare volti ed esperienze, organizzare iniziative di solidarietà o riflessioni operative su bambini soldato, infanzia negata, dignità della donna, pena di morte, guerre dimenticate, mine antipersona, disarmo chimico o nucleare, malattie e accesso ai farmaci, immigrazione, diritto internazionale, acqua bene comune, commercio equo e solidale, sobrietà e nuovi stili di vita.

Il compito di una scuola seria e serena è quello di educarci alla pace come costruzione di una vita bella e buona, ricca di amicizie e di relazioni, animata dalla fresca energia della nonviolenza, aperta alla speranza. Non ci può essere futuro senza educazione alla pace.

Firenze, 26 settembre 2010
Pax Christi Italia

per contatti:
segreteria nazionale Pax Christ
i:

055/2020375 info@oaxchristi.it
http://www.peacelink.it/paxchristi/a/32435.html

mercoledì 6 ottobre 2010



Stamattina c'è stata a Schio un'assemblea della C.G.I.L.
Male hanno fatto i molti che non hanno partecipato perché ha tracciato un quadro interessante delle modifiche alla previdenza, delle ricadute che avranno sui lavoratori del settore pubblico e delle ragioni che stanno alla base delle nuove disposizioni.

Il somaro di cui sopra si interroga anche sul volantino che distribuiremo ai genitori prima dello sciopero di un'ora di venerdì 8 ottobre. Lo sciopero ha come finalità quella di rompere il muro di silenzio attorno alla scuola, e quindi raggiunge l'obiettivo se diventa occasione di fare informazione corretta.
Mettiamo quindi a disposizione il volantino: basta completare col nome della scuola e verificare che le affermazioni contenute siano corrette anche rispetto alla propria realtà.

martedì 5 ottobre 2010

Appuntamenti

Questa sera si riunisce a Vicenza l'Assemblea Difesa scuola pubblica (non crediate che poltriamo, noi ci siamo trovati la settimana scorsa, eh...). Domani sera a Zugliano l'incontro La scuola che vogliamo (qui sotto relatori e argomenti). Venerdì 8 ottobre alle 20,30 alla sala dei chiostri Santa Corona di Vicenza Rifondazione Comunista ha organizzato un'assemblea - dibattito L'istruzione: un diritto per tutti o un privilegio per pochi?.
Infine, e rispetto alla scuola non è fuori tema in questi tempi , venerdì 15 ottobre alle 20,30 a Palazzo Festari a Valdagno, Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, presenta il proprio libro Anche voi foste stranieri.

Ecco in dettaglio l'appuntamento di domani sera: Zugliano, presso la sala pubblica sotto le scuole elementari, qui la mappa, il Partito Democratico promuove un incontro di scottante attualità: quali sono le reali conseguenze della riforma Gelmini della scuola?

Ne parleranno Paola Pozza, insegnante di scuola primaria, Giacobbe Zanivan, dirigente scolastico e Roberto Fasoli, consigliere regionale del PD

A poche settimane dall'inizio dell'anno scolastico i primi sintomi della cancrena scientifica che il governo sta provocando all'istruzione pubblica cominciano ad essere visibili:

  • classi sovraffollate
  • riduzione del diritto alla scuola dell'infanzia
  • studenti con disabilità senza sostegno
  • eliminazione del tempo pieno
  • meno ore di lezione
  • taglio delle sperimentazioni nelle scuole superiori
  • meno laboratori ed insegnamenti pratici
  • abbassamento reale dell'obbligo di studio a 15 anni

lunedì 4 ottobre 2010

La scuola della Costituzione? Non c'è più, ce l'hanno rubata....
Inizia così un'intervista al grande maestro Mario Lodi uscita sull'ultimo Venerdì.
Vale sempre la pena di meditare le parole di un uomo che non solo ha dedicato la sua vita ai bambini e alla scuola, ma con i suoi libri ha contribuito a formare molti insegnanti.
Ne riportiamo qualche stralcio.
" Un maestro insegna a parlare, ma soprattutto ad ascoltare. E' lì che nasce la democrazia ed è lì che nasce la responsabilità.
-Le sembra che questo nella scuola italiana non succeda più?
A me pare che dei valori classici su cui era fondata la Costituzione sia rimasto poco. C'è stato un furto. Per i giovani è un bel guaio.
-E chi è il ladro?
L'indiziato numero uno è la comunicazione. Giornali, tv, internet....I più furbi hanno capito subito che chi possedeva la tecnologia avrebbe controllato anche i valori.
Prenda l'idea di libertà. La libertà oggi è realizzare se stessi e pazienza per gli altri.
Non è la stessa libertà che ha ricostruito il Paese dopo la guerra.
Questa è una libertà maleducata."

Grazie di esistere, caro Mario Lodi!