giovedì 31 dicembre 2009

Ci giunge dalla Romagna questo appello.
Voi direte: ancora petizioni?
Ma, come dice Saviano, firmare è un passo per prendere coscienza e per prendere posizione, premesse necessarie ad un impegno consapevole e agito. Dopo la presentazione, trovate il link

Si tratta di un appello ai sindacati CISL, UIL, SNALS E GILDA affinché cambino politica sindacale e non permettano il licenziamento di 150.000 precari e lo smantellamento della scuola pubblica ( es. nella primaria: sono sparite le compresenze; non ci sono i soldi per pagare i supplenti e, spesso, la classe scoperta viene smembrata in piccoli gruppi spediti ognuno in classi diverse. Scuola secondaria dal prossimo anno: i professionali avranno una riduzione del 50% delle ore di pratica (quelle cioè che insegnano ai ragazzi il mestiere che andranno a fare); i tecnici avranno un taglio del 30% delle ore di laboratorio ed i licei faranno 27 ore di lezione nel biennio, meno che alle medie!! questi sono solo alcuni dei problemi, ma quello principale è la privatizzazione della secondaria di secondo grado (superiori) con consiglio di amministrazione con i privati (logicamente esterni alla scuola ed in maggioranza rispetto ai professori).

Se anche lei ritiene che la scuola pubblica debba rimanere tale, perché l'istruzione è un diritto che deve essere garantito a tutti i cittadini e nella stessa misura, allora spero che possa firmare la petizione ed aiutarci a diffonderla.

Non serve essere iscritti a questi sindacati per firmare.

Un saluto dalla Romagna e buone feste.

http://www.petitiononline.com/edmondo/

lunedì 28 dicembre 2009

Vi facciamo gli auguri con alcune parole tratte da Il custode di greggi di Fernando Pessoa. Dentro c'è molta vita e ne abbiamo bisogno: ci sono la capacità di guardare, la capacità di stupirsi, l'energia che ci serve per tenere duro.

Il mio sguardo è nitido come un girasole.
Ho l'abitudine di camminare per le strade
guardando a destra e a sinistra,
e qualche volta guardando indietro...
e ciò che vedo ad ogni momento
è quello mai prima visto,
e me ne accorgo molto bene.
So avere con me lo stupore
di un bimbo se, al nascere,
si rendesse conto che nasce davvero...
Mi sento nato a ogni momento
per l'eterna novità del mondo.

giovedì 24 dicembre 2009

facciamo sentire la nostra voce

Il libro bianco della scuola
  • Dal sito Rete Scuole parte l’idea, per contrastare la cattiva informazione a proposito della scuola italiana, di scrivere un Libro bianco su ciò che nella nostra scuola pubblica di oggi, oggi, grazie soprattutto alla Riforma Gelmini, non va. La maggioranza dei media del nostro Paese, a proposito della Riforma Gelmini, parlano di “un intervento eccellente, che taglia i costi e introduce la scuola del merito”. Questo è quello che, quotidianamente, viene fatto passare all’opinione pubblica. Insieme a un attacco senza precedenti ai docenti di ogni ordine e grado, additati come “fannulloni”. Di fronte a questa menzogna, l’idea di Rete Scuole è quella di invitare docenti e genitori degli alunni e degli studenti italiani a scrivere insieme un libro bianco sulla scuola. SI tratta di una campagna di monitoraggio che coinvolgerà tutte le scuole italiane, e che metterà nero su bianco tutto quello che sta accadendo nei diversi livelli scolastici, dalle elementari, alle scuole secondarie di secondo grado. Quali sono le trasformazioni che la attuale riforma sta provocando nella scuola? Come sta cambiando la qualità dell’insegnamento e il benessere della popolazione scolastica? Servirà davvero a rendere la scuola più efficiente, oppure solo a risparmiare soldi, riducendo un servizio pubblico fondamentale per lo sviluppo del Paese? A tutte le scuole italiane viene proposto un questionario: si richiedono il numero di allievi per classe, il personale in esercizio effettivo e quello precario, le ore di sostegno effettivamente elargite, fino ai bilanci della scuola. I dati raccolti verranno poi rielaborati statisticamente e diventeranno oggetto del Libro bianco sulla riforma. Facendo il confronto anno dopo anno, e con l’anno precedente alle nuove modifiche, si potrà effettivamente monitorare se e come è cambiata la qualità della scuola. Insegnanti, genitori, ATA, sono chiamati tutti a collaborare: basta collegarsi al sito internet http://www2.scriviamolascuola.info, oppure scaricare i moduli in pdf.

martedì 15 dicembre 2009


Riportiamo l'articolo de La Repubblica di oggi sulle contestazioni che il Consiglio di Stato ha rivolto ai nuovi regolamenti per la scuola superiore. Meno male: col freddo di questi giorni, chissà che si congeli anche la riforma.

"Superati i limiti di delega". Oggi vertice al ministero per valutare un rinvio delle iscrizioni
I sindacati a Mariastella Gelmini: ora posticipare di un anno il riordino scolastico

Riforma delle scuole superiori
Lo stop del Consiglio di Stato


Riforma delle scuole superiori Lo stop del Consiglio di Stato

Il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini

di MARIO REGGIO
ROMA - Stop del Consiglio di Stato alla riforma delle scuole superiori che, nell'intenzione del ministro Mariastella Gelmini, dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico. Il Consiglio di Stato contesta che i Regolamenti emanati dal ministro vanno ben al di là della delega concessa dal Parlamento. Meno ore, meno materie, con l'obiettivo di ridurre i costi ed il personale non rientrano nella delega che prevede, secondo i magistrati, "la sola ridefinizione dei curricula vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e relativi quadri orari".

Il secondo punto riguarda la creazione dei Dipartimenti scolastici per la valutazione che porterebbero alla cancellazione di fatto dei collegi dei docenti, in contrasto con la legge sull'autonomia scolastica. Il Consiglio di Stato, la sentenza è dello scorso 9 dicembre, chiede al ministero di chiarire i punti contestati e si riserva il giudizio definitivo. Ma il tempo è tiranno. Sono alle porte le vacanze di Natale, le commissioni parlamentari di Camera e Senato dovranno prendere visione e valutare il nuovo testo dei regolamenti. E il termine ultimo per le iscrizioni al nuovo anno scolastico è stato già fissato al 27 febbraio 2010. Il rischio è che tutto slitti all'anno scolastico 2011-2012. Che qualche problema ci sia è confermato dall'unica notizia che trapela da viale Trastevere: stamattina summit al ministero per decidere l'eventuale slittamento della scadenza delle iscrizioni alle superiori.

Il Consiglio di Stato ha, infatti, invitato il ministero ad alcuni chiarimenti sui tre schemi di regolamento approvati in prima lettura dal consiglio dei ministri e attualmente all'esame delle commissioni parlamentari, riservandosi "la facoltà di disporre l'audizione del Capo dell'Ufficio legislativo del Ministero, nonché del dirigente generale competente all'istruttoria del regolamento". Nel frattempo il Consiglio ha sospeso l'emanazione del parere.

Alla luce dei chiarimenti chiesti e considerando che le Commissioni parlamentari non hanno ancora espresso i richiesti pareri che, comunque, dovranno ora tenere conto del pronunciamento dei magistrati, dal fronte sindacale arriva la richiesta di rinviare di un anno il debutto della riforma.

"Avremmo di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e genitori: ma in ogni caso - afferma Piero Bernocchi portavoce dei Cobas - accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinché tale protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso una sonora bocciatura di una controriforma che distruggerebbe le superiori e ulteriormente immiserirebbe l'intera scuola pubblica italiana".

"Ribadiamo ora con maggior forza - dice il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - che è il caso di fermarsi, rinviando di un anno l'entrata in vigore dei regolamenti: di ascoltare le ragioni di quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola secondaria superiore; è necessario rimuovere i tagli e, solo a questa condizione, riprendere le fila per una vera riforma che necessita non di tagli ma di investimenti, di tempo per l'ascolto e il confronto vero". Stessa richiesta dalla Gilda. "Le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato - dichiara il coordinatore Rino Di Meglio - rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per procedere con l'applicazione della riforma voluta dal Governo".
(15 dicembre 2009)

martedì 8 dicembre 2009

Partiamo con una notizia dell'Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale

Roma, 5 dic - ''Siamo particolarmente soddisfatti della consapevolezza e responsabilita' manifestate dal Governo e dal Gruppo del Pdl nel prevedere il reintegro totale dei fondi destinati alle scuole paritarie, pari a 130 milioni.

La proposta, avanzata sin dall'inizio del percorso legislativo di approvazione della Finanziaria da un nutrito gruppo di parlamentari del Popolo delle Liberta', ha trovato oggi risposta positiva nei lavori della commissione Bilancio dela Camera''.

Lo affermano in un comunicato comune i deputati del Pdl Maurizio Lupi, Gabriele Toccafondi, Renato Farina e Raffaello Vignali.

Si tratta, sottolineano di ''un segnale di attenzione molto importante manifestato dai ministri Tremonti e Gelmini, ai quali va il nostro riconoscimento. Il fatto poi che tutti i gruppi in commissione hanno chiesto il reintegro totale e' segno tangibile che questo e' il momento in cui lavorare sulla parita' scolastica''.


Togliere risorse alla scuola pubblica (e pazienza se funzionava bene) a beneficio di quella privata è un obiettivo ormai del tutto esplicito di questo Governo.
Noi, a differenza dei parlamentari citati dall'agenzia, non possiamo dirci soddisfatti.

Per venerdì prossimo la C.G.I.L. ha proclamato lo sciopero generale di tutti i settori della conoscenza. Pubblichiamo di seguito il comunicato del Comitato Per la Scuola della Repubblica, che in pieno condividiamo.


“Per la Scuola della Repubblica”

Tel. 06 3337437 –– telefax 06 3723742

e-mail scuolarep@tin.it

sito www.scuolaecostituzione.it

Il Comitato Per la Scuola della Repubblica aderisce allo sciopero dell'11 dicembre. I punti individuati nella piattaforma convergono nel sottolineare la clamorosa operazione di disinvestimento non solo economico ma anche culturale che questo governo sta operando sulla scuola dello Stato, nonché la violazione sistematica di alcuni tra i diritti esigibili che più segnatamente rendono un Paese democratico: il diritto al lavoro e il diritto allo studio, entrambi veicolo di emancipazione individuale e collettiva e di crescita civile ed economica.

Auspichiamo che tali punti possano rappresentare l'inizio di un momento di significativo confronto del più grande sindacato italiano con quella parte del sindacalismo di base che - siamo certi - condivide teoricamente le istanze e le motivazioni di questo sciopero. Confronto e condivisione che - nelle realtà scolastiche, nelle associazioni e nei movimenti - di fatto rappresenta un elemento di garanzia e di dialettica positiva. E' solo attraverso una reale sinergia su grandi battaglie civili e politiche, oltre che sulla comune centralità del dettato costituzionale, che si può creare un movimento incisivo e capace di convogliare energie sane ed elaborazione democratica, necessari in questo momento più che mai

Roma 7 dicembre 2009

giovedì 3 dicembre 2009

Pubblichiamo il comunicato stampa che il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza ha emanato. In esso esprime dissenso nei confronti dell'iniziativa "Incontro" fiera sul lavoro , formazione e orientamento che si sta svolgendo alla fiera di Vicenza. Oggi sono stati presenti in fiera con i volantini e hanno inoltrato il comunicato stampa a tutte le testate giornalistiche locali con l'invito ad essere pubblicati.

Il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza esprime la propria indignazione per l'ennesima buffonata creata e organizzata ad hoc dalle aziende di Confindustria, dalle grandi banche, dagli atenei universitari e dalle agenzie interinali che sono presenti in questi due giorni alla Fiera di Vicenza con l’appoggio di Provincia e Regione (in particolare gli assessori Martini e Donazzan).

La crisi ha reso palese che le risorse ci sono quando si tratta di foraggiare le grandi banche e le imprese dei padroni. Noi la crisi non la vogliamo più pagare, perché abbiamo pagato fin troppo. Perché è una crisi strutturale dei meccanismi del capitalismo. Che comincino a pagare i padroni con le loro imprese, le banche e i grandi capitali finanziari; che comincino a restituire il maltolto accumulato negli ultimi anni, con gli interessi! L’hanno creata loro la crisi, non noi.

Oggi tutti noi studenti siamo precari in formazione, perché la scuola non ci offre nessuna futura garanzia lavorativa. Dopo anni di studi ci aspetta un futuro da precari!

Alla Fiera “Incontro” - organizzata da Provincia di Vicenza e Regione Veneto - sono presenti con un sorriso le stesse grandi banche, le stesse aziende e le stesse agenzie interinali che stanno “precarizzando” le nostre vite; tutti questi bei personaggi che non potranno far altro che proporci un futuro da precari.

Tra gli espositori alla fiera troviamo anche i commilitoni delle truppe imperialiste che stanno occupando l’Afghanistan. La guerra in Afghanistan ha provocato la morte di oltre 40 mila vittime, in particolar modo civili inermi. La spedizione militare è costata ai lavoratori italiani (in termini di contributi) oltre due miliardi e mezzo di euro e nel 2010 sono previste spese militari per 23,5 miliardi di euro, cifra che equivale all’1,5% del Pil, tutti investimenti sottratti all’istruzione pubblica.

In questo “Incontro” si nasconde ciò che è il mondo reale e ci vengono raccontare finte storielle sulle grandi opportunità che ci aspettano quando il presente e il futuro sono fatti di: tagli alle scuole per 8 miliardi di euro, precarietà per noi e per migliaia di lavoratori della conoscenza, licenziamenti di decine di migliaia di persone in tutte le aziende ma in particolare più di 150mila posti in meno tra insegnati e personale ATA.

Noi non ci rassegniamo a vedere calpestati i nostri diritti e il nostro futuro: vogliamo una scuola di qualità e non essere schiavi di nessun padrone; vogliamo che il diritto allo studio sia realmente garantito attraverso l’accesso libero, senza numero chiuso o programmato all’università, la riduzione dei costi dei libri, delle tasse e degli affitti per gli alloggi.

Riteniamo che debbano essere abrogate le leggi Gelmini ed Aprea e ripristinati i fondi tagliati. Chiediamo che vengano reintegrati tutti gli insegnanti precari e i lavoratori ATA che non si sono visti rinnovare il contratto.

RIVENDICHIAMO una scuola e un’università PUBBLICA, LAICA, GRATUITA E DI MASSA, finanziata soprattutto con i soldi che ora vanno alle scuole private e alle spese militari.


Vicenza , giovedì 3 dicembre 2009

Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica

lunedì 30 novembre 2009

Dell'iniziativa "Contiamo i tagli della Gelmini" abbiamo già parlato in precedenza. Abbiamo chiarito come essa abbia due scopi: restituire una fotografia della scuola reale, spesso ben diversa da quella descritta in TV, ed essere motivo di scambio e confronto tra insegnanti e genitori. Ci siamo resi conto che compilare la scheda diventa anche un modo per conoscere e rendere visibili alcuni aspetti su cui prima non si era riflettuto. Con uno strumento diverso, ma con obiettivo analogo, la si sta proponendo anche in Lombardia. La scheda sta circolando tra insegnanti e genitori e CGIL, Cisl, Gilda e Cobas l'hanno trasmessa alle proprie RSU. Snals e Uil, pure interpellati, non sono stati invece disponibili a collaborare. (................................................) (qui c'è uno spazio perché ognuno tiri qualche conclusione).
Le schede sono già da tempo disponibili nei blog dell'Assemblea di Vicenza e del Nogelmini di Padova. Quello che chiediamo a chi lavora o ha i figli che frequentano scuole dell'Alto Vicentino è di informarsi se la propria scuola sia già stata "mappata" e, in caso contrario, di aiutarci nella rilevazione. I dati non sono molti, è possibile compilarla anche in modo parziale, e spesso facendolo si ha qualche sorpresa. Noi ci troveremo mercoledì sera per fare un po' di inventario dei vari istituti della nostra zona (Schio, Santorso, Thiene, Torrebelvicino...). Prima e dopo, contattateci senza problemi se volete chiarimenti o per farci sapere a che punto siete.

giovedì 26 novembre 2009

Dall'art 34 della Costituzione italiana:

La scuola è aperta a tutti.

L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.


Ci sono in questi giorni notizie diverse che riguardano la legge di bilancio 2010: chi dice che in pratica è stata eliminata la gratuità dei libri di testo per la scuola primaria, chi dice che verrà a mancare il trasferimento statale alle Regioni per la fornitura gratuita e semigratuita dei libri di testo a studenti, in fascia dell'obbligo, della secondaria appartenenti a famiglie con basso reddito.

Per completezza d'informazione, mettiamo sotto entrambe le versioni: quella del Comitato Nogelmini di Padova (con volantino relativo) e quella di Retescuole.


Quello che rimane comunque certo, e purtroppo non è cosa nuova, è che a questo governo la scuola pubblica non sta a cuore. Sembra, anzi, che le abbia giurato vendetta. Le richieste dei genitori che mandano i propri figli alla scuola pubblica vengono ignorate. Invece si ascoltano quelle delle scuole private perché, in questo caso ed evidentemente solo in questo, è giusto che i genitori possano scegliere.



Il governo ha tagliato il finanziamento ai Comuni per i libri che ogni anno vengono passati gratis a tutti i bambini delle elementari e per i libri offerti in comodato d’uso agli studenti delle superiori: erano 103 milioni di euro, l’ultima volta che il governo di Romano Prodi aveva finanziato questa voce. E lo aveva fatto per tre anni: dal 2007 al 2009. Il 2009 sta finendo e dal prossimo anno i soldi per la stessa voce non ci sono più! La sorpresa arriva dalla lettura della legge di bilancio 2010 attualmente in discussione alla camera.

Tutto questo a fronte delle affermazioni del ministro Sacconi, che solo l’altro ieri ha dichiarato: ''Ci sarà un'integrazione di stanziamenti della Legge Finanziaria per quanto riguarda le scuole paritarie, in modo da garantire qui ed ora questa scelta plurale''. Come dire: sottraiamo ulteriori risorse alla scuola pubblica per regalarle alle scuole private!

Se questo nuovo taglio non verrà modificato, si tratterà dell’ennesimo scippo ai danni dei genitori che mandano i propri figli alla scuola pubblica.


Il giallo della gratuità dei libri di testo delle elementari.

di Tuttoscuola (inserito da gabry)
Il giallo della gratuità dei libri di testo delle elementari.

Nelle ultime ore si sono rincorse voci contrastanti e critiche al governo relativamente alla soppressione della gratuità dei libri di testo per gli alunni della scuola primaria che sarebbe contenuta nella legge finanziaria in corso di approvazione in Parlamento.

L'on. Manuela Ghizzoni del Pd ha parlato di scippo di 103 milioni di euro a danno degli alunni della primaria e ha chiesto al ministro Gelmini di ripristinare i fondi già previsti.

Un comunicato della Cisl-scuola ha invece precisato che, a suo parere, i 103 milioni di euro di cui si sta parlando non riguarderebbero la scuola primaria - per la quale una legge del 1964 assicura la gratuità - bensì la scuola secondaria di I grado e il biennio dell'obbligo nella superiore.

Un comunicato del Miur ha assicurato che per il 2010 i fondi per la gratuità dei libri di testo agli alunni della scuola primaria sono assicurati.

A questo punto è rimasta, tuttavia, l'incognita di quel taglio di 103 milioni per fornitura di libri di testo. Quale settore riguarda?

Abbiamo verificato la questione e abbiamo rilevato che i 103 milioni di euro (più precisamente, 103.291.000) costituiscono da diversi anni il fondo da assegnare alla Regioni per la fornitura gratuita e semigratuita dei libri di testo a studenti, in fascia dell'obbligo, della secondaria appartenenti a famiglie con basso reddito.

Nell'ultima assegnazione effettuata, 77.468.250 euro sono stati destinati a sostegno di alunni della secondaria di I grado e 25.253.000 per quelli del biennio delle superiori per totale complessivo, appunto, di 103,291 milioni di euro.






mercoledì 18 novembre 2009

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo documento che gira tra ispettori/dirigenti di “buon senso” in sostegno di Simonetta Salacone, dirigente del 126° Circolo di Roma ”Iqbal Masih” e tra gli artefici del Comitato “Non rubateci il futuro”, in prima linea contro lo smantellamento della scuola pubblica, ma proprio per questo sotto procedimento disciplinare.

Simonetta Salacone è sotto procedimento disciplinare per aver attuato due principi costituzionali: la libertà d’insegnamento dell’art. 33 e l’autonomia scolastica riconosciuta dal nuovo Titolo V (art. 117).

Simonetta Salacone ha fatto la storia della scuola elementare, da sempre costruendo una scuola di qualità in un quartiere popolare, recentemente affermando e difendendo le buone ragioni del tempo pieno dall’assalto dei guastatori di tutte le specie.

Simonetta Salacone è la storia della scuola elementare di eccellenza, - che resterà nel tempo e che non potrà mai essere distrutta dall’azione reazionaria e meschina di un ministro o dei suoi servi sciocchi.

Ma nel breve periodo può essere umiliata e offesa.

Non per quello che è – e che non può essere scalfito – ma per quello che rappresenta: la vitalità creativa della buona scuola, la sua autonomia e la sua capacità di rispondere selettivamente ai bisogni di tutti e di ciascuno, ponendosi per ciò stesso in conflitto con l’autoritarismo bieco e ottuso del regime incombente che vuole tutti ubbidienti e supplici.

Perciò difendo Simonetta.

Non tanto e non solo per l’atto che le viene contestato, e che non mi interessa qui neanche prendere in considerazione, quanto e soprattutto per il significato di questo procedimento disciplinare. Che formalmente è contro di lei, ma che sostanzialmente è un attacco alla libertà di ricerca, sperimentazione e approfondimento culturale che la nostra scuola si è conquistata negli anni.

È un attacco a tutti noi che ancora crediamo in questa scuola e nella sua ragion d’essere.

Le parole forse non bastano, ma tacere è impossibile di fronte a tale pericolo.

Facciamo sentire la nostra voce, forte e chiara.

La scuola dell’autonomia e della libera ricerca è un bene che non può andare perduto.

Alberto Alberti - Roma, 14 novembre 2009

sabato 14 novembre 2009

Da Marghera ci arriva per conoscenza questa lettera. La pubblichiamo nel post, e non come allegato, perché sia a tutti di più facile e immediata lettura. Come vedete, ci sono molti modi per continuare a dire che quello che sta succedendo alla scuola non ci va bene. Questa lettera, e le osservazioni su Topo Gigio, si collega bene a quanto abbiamo detto sulle parole della Donazzan: per chi ci governa non conta più la realtà, conta solo la rappresentazione che ne viene data.

Al Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini

        Al Vice Ministro della Sanità Ferruccio Fazio

        Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

Al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Veneto Carmela Palumbo

All’Assessore all’Istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan

All’Assessore alle Politiche Educative del Comune di Venezia Anna Maria Giannuzzi Miraglia

Al Vicepresidente della Municipalità di Marghera Bruno Polesel

        E p.c.

Alla Redazione de La Nuova Venezia

Alla Redazione del Gazzettino

Alla Redazione del Corriere del Veneto

Gentilissimi,

siamo il Consiglio di Circolo della Direzione Didattica “Grimani” di Marghera – Venezia.

Sono ormai tre anni che operiamo e abbiamo vagliato e approvato i vari bilanci della scuola. Non ci sembra di essere una scuola “sprecona”:

  • siamo assolutamente in linea con il dimensionamento delle Istituzioni scolastiche (gli organici di fatto per il 2009/2010 indicano 949 iscritti, 197 nelle due scuole dell’infanzia e 752 nelle due scuole primarie) e con il dimensionamento dei singoli plessi (tutti i 4 plessi hanno oltre 50 iscritti);
  • abbiamo un numero di alunni per classe molto al di sopra dello standard nazionale (in media abbiamo 24,6 bambini per sezione nella scuola dell’infanzia e 23,5 alunni per classe nella primaria);
  • rispondiamo alle necessità di un territorio sempre più multietnico (quasi un bambino su quattro che frequenta le nostre scuole è straniero).
Eppure non siamo in grado di fornire ai nostri bambini le dotazioni di base per rispettare le più elementari regole per l’igiene personale. Sapone, salviette per asciugarsi le mani e a volte anche carta igienica per la scuola vengono regolarmente acquistate dai genitori che si autotassano, fanno la colletta per comperare questi prodotti che poi consegnano alle maestre per le necessità della classe. E’ diventata una prassi già da molti anni e non siamo un caso limite (il confronto con altre realtà ci indica che questa è assolutamente una regolarità, quantomeno per le scuole dell’infanzia e per quelle primarie).

Quest’anno scolastico si è aperto all’insegna dei timori per l’influenza pandemica da virus A/H1N1V; a fine agosto e inizi settembre stampa e televisione riportavano perfino ipotesi estreme di non apertura delle scuole. Poi sono arrivate le raccomandazioni del Ministero dell’Istruzione e della Salute cioè le misure igieniche e comportamentali da adottare a scuola. Le raccomandazioni recitano, tra le altre cose, “lavare regolarmente le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo aver tossito, starnutito e aver soffiato il naso”.

Ciò è stato oggetto di discussione all’interno del nostro Consiglio di Circolo: preventivi alla mano e analisi delle risorse ci dicono che l’Istituzione scolastica non è in grado di sostenere in modo adeguato tali misure igieniche:

  • non ci sono i fondi per acquistare il sapone e le salviette per asciugare le mani;
  • non è possibile far andare al bagno i bambini con tale frequenza (i tagli al personale previsti da quest’anno scolastico hanno portato ad una riduzione dei bidelli e alla cancellazione delle compresenze degli insegnanti; nei bagni e nei corridoi non c’è quindi una sufficiente sorveglianza).

Ci chiediamo come sia possibile definire tali raccomandazioni e indicare in premessa che sono “comportamenti che le scuole debbono osservare” senza prevedere risorse aggiuntive per la loro attuazione. Tutti ci accorgiamo di quanti denari si stanno impegnando per la prevenzione, la vaccinazione e l’informazione. Ci verrebbe da dire che forse un po’ meno di “topo gigio” in televisione e qualche soldino in più per l’attuazione di tali raccomandazioni non sarebbe una cattiva idea.

Crediamo che sia giusta ed essenziale la collaborazione tra famiglie e scuola. Possiamo anche discutere se, in periodi di bilanci risicati per tutti, le famiglie debbano in qualche misura contribuire anche a livello economico per ampliare la qualità dell’offerta formativa nelle nostre scuole (ad esempio per interventi di madrelingua inglese piuttosto che per uscite didattiche o progetti specifici); ma i livelli essenziali in una scuola pubblica andrebbero garantiti dai fondi pubblici.

Ringraziamo tutti i genitori della nostra scuola pubblica e di tutte le scuole pubbliche che ci tengono all’effettiva applicazione delle norme igieniche pagando di tasca loro; alle Amministrazioni e alla politica in genere chiediamo una seria riflessione sulla gestione delle risorse.

Cordiali saluti

Consiglio di Circolo

Direzione Didattica “Grimani”

Marghera – Venezia

Marghera-Venezia, 5 novembre 2009

giovedì 12 novembre 2009

Tutto va ben, Madama la Marchesa

Da più parti, in quest'Italia rassegnata al peggio e ormai abituata a digerire di tutto, si sente dire che dovremmo ritrovare la forza di indignarci.
Noi, personalmente, dobbiamo invece fare fatica per trovare la forza di restare calmi.
Come genitori e come insegnanti siamo immersi nella realtà, tutti i giorni vediamo e tocchiamo con mano la vita reale: la scuola, i bambini, quello che succede. Nell'ultimo anno continuamente abbiamo visto e sentito la realtà dei fatti stravolta e distorta nelle affermazioni dei politici dalle Tv e dai giornali, ormai diventati quasi tutti bottino di guerra. Eppure, nonostante questa terapia d'urto, ancora non ci siamo abituati. E quando leggiamo le parole dell'assessore Donazzan nell'articolo di ieri sul Giornale di Vicenza facciamo fatica a non bollire. Parlando della riforma delle superiori «Non sarà un passaggio traumatico - assicura l'assessore - come non c'è stata alcuna rivoluzione nella primaria, nel senso che le esigenze delle famiglie sono state recepite e soddisfatte, così sarà anche per le superiori, con il vantaggio che i percorsi saranno semplificati».
Noi sappiamo che la scuola primaria è stata più che rivoluzionata: con un colpo di mano si sono distrutte buone pratiche, costruite con fatica e col lavoro di anni; si sta negando a chi è in difficoltà la possibilità di venire seguito e aiutato; si sta violando il diritto di chi non fa religione cattolica ad avere un'alternativa degna; si stanno mettendo a repentaglio i progetti, e infatti molte scuole vi hanno rinunciato. Noi sappiamo quanto le esigenze delle famiglie sono state recepite e soddisfatte: il MIUR non ha neanche guardato le richieste fatte dai genitori, e alle prime sono state assegnate in maniera indifferenziata 27 ore anche quando ne avevano chiesto di più, tanto che in molte scuole si è dovuto ridurre l'orario e le famiglie devono pagare di tasca propria con doposcuola e cooperative se vogliono mantenere quello che prima avevano gratis. Ma per l'assessore Donazzan, evidentemente, questo non è un problema. Fa finta di non saperlo: Tutto va ben, Madama la Marchesa.
E per chi non sapesse cosa vuole dire, mettiamo qui sotto il link di questa canzone, godibile e sempre attuale. Se non sapete l'inglese nè il francese, le immagini sono comunque sufficientemente esplicative.
natoabivigliano.splinder.com/post/19907269/Tutto+va+ben,+Madama+la+Marche

mercoledì 11 novembre 2009

Per la manifestazione di sabato 14 a Vicenza, il ritrovo è alle 8,00 in stazione dei treni a Schio oppure alle 8,30 in stazione di treni a Vicenza.

lunedì 9 novembre 2009

Dal coordinamento studentesco di Schio

A tutti gli
studenti medi ed universitari,

ai genitori, al personale scolastico,

a tutti gli insegnanti che intendono difendere la scuola pubblica:

Sabato 14 Novembre torniamo in piazza a Vicenza per ribadire che

LA SCUOLA PUBBLICA NON SI TOCCA!

Gli effetti della riforma Gelmini cominciano a farsi sentire con tagli netti a personale, fondi e
attività scolastiche, che altro non sono che la minaccia al nostro diritto all’istruzione.

Dobbiamo ribadire che la scuola pubblica non è un’azienda, opponendoci al “progetto di legge” Aprea che vuole, ad esempio, introdurre nella scuola il consiglio di amministrazione aperto al mondo imprenditoriale; e al processo di mercificazione del sapere.

Il diritto di manifestare, inoltre, non può essere messo in dubbio
dai presidi, gli studenti devono essere liberi di manifestare il loro
dissenso riguardo lo sviluppo di un sistema scolastico che non
rispecchia i reali obbiettivi formativi che la scuola dovrebbe
garantire.

Proponiamo quindi la costruzione di una giornata di mobilitazione per sabato 14 Novembre con una grande manifestazione provinciale del mondo della scuola a Vicenza.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

PER LA LIBERTA' DI MANIFESTARE

PER IL DIRITTO ALL'ISTRUZIONE

CONTRO I TAGLI ALLA SCUOLA PUBBLICA

giovedì 5 novembre 2009

E la chiamano Riforma!

I tagli all’organico dei docenti laureati e degli ITP

(dalle Relazioni tecniche dei Regolamenti
sul riordino degli istituti di scuola secondaria superiore)

2.11.2009

http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/elenchipdl/apritesto.asp?file=132&Internet=1

http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/elenchipdl/apritesto.asp?file=133&Internet=1

http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/elenchipdl/apritesto.asp?file=134&Internet=1

SCUOLE/
Annualità

LICEI

ISTITUTI
TECNICI

ISTITUTI PROFESSIONALI

Tagli
dei posti
e delle spese

N°.
POSTI
SPESE N°. POSTI

SPESE

N°. POSTI SPESE

Anno f. 2010

24.859.054

46.719.901

28.464.894

Anno f. 2011

78.463.037

142.619.763

71.219.927

Anno f. 2012

92.124.751

122.748.430

28.580.275

Totali

2.568

195.446.842

10.359

312.088.094

4.373

128.265.096

All’ultima pagina della Relazione tecnica,firmata dal Capo Dipartimento, la tabella complessiva derivante da tutto l’art. 64, di tutti i tagli sugli organici da realizzare nel triennio.

lunedì 2 novembre 2009

La Conferenza Stato-Regioni ha espresso i suoi pareri, non vincolanti, sui tre schemi di regolamento che riguardano la scuola superiore: favorevole sugli istituti tecnici, negativo su professionali e licei. Ora tocca alle commissioni parlamentari, poi al Consiglio di Stato. Pubblichiamo un articolo di Giuseppe Caliceti (Il Manifesto di ieri) sull'argomento e segnaliamo l'articolo di Bruno Eugenio su Il Sole 24 Ore del 30 ottobre.

Dopo aver dato inizio allo smantellamento della scuola elementare italiana - la quinta del mondo per qualità prima dell'arrivo di Gelmini - il ministro si appresta a smantellare la scuola superiore. Data prevista del patatrac: il prossimo settembre. Ma già filtrano dallo stesso ministero alcune notizie, come al solito ben poco confortanti. Per esempio, quelle che riguardano l'assetto dei piani di studio, delle singole materie, degli orari settimanali contemplate dei nuovi licei. Tutte le scuole infatti si chiameranno licei: classico, scientifico, musicale, delle scienze umane, linguistico, artistico, eccetera. Alcuni sono nuovi di zecca, altri sono rivisitati e, se si può dire così, "corretti" al peggio.
Naturalmente è ancora troppo presto per le oltre 500.000 famiglie italiane che dovranno scegliere un indirizzo per i propri figli. Sapere già oggi cosa studieranno gli studenti a partire dal prossimo anno scolastico? Ci mancherebbe! La scelta dovrà avvenire rigorosamente al buio per tutti e sulla pelle degli studenti, come nelle più spumeggianti tradizioni italiane. Eppure una cosa è certa, per stessa ammissione del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini: le materie diminuiranno. Perché? Gelmini non lo dice, ma è chiaro che lo si fa non certo per aiutare gli studenti, ma per risparmiare soldi. Perché non è giusto che la crisi la paghino solo i bambini delle elementari, ci sono anche quelli delle medie e delle superiori....
Altra certezza ben poco confortante: diminuite le materie di studio, naturalmente diminuiranno drasticamente anche le ore di insegnamento, cioè il tempo in cui uno studente se ne sta a scuola. I nuovi licei saranno 11. Tre le opzioni per il liceo artistico (Arti figurative, Architettura / Design / Ambiente e Audiovisivo / Multimedia / Scenografia), che passa a 5 anni. Ma stando ai giudizi espressi dagli addetti ai lavori le materie di indirizzo vengono ridimensionate, per un carico settimanale che non andrà oltre le 34 ore al biennio e le 35 al triennio. Il liceo classico manterrà la sua struttura, ma confrontandolo con la sua versione moderna (la sperimentazione in lingua straniera) perderà parecchie ore di inglese, francese e spagnolo. Stesso discorso per il liceo scientifico dove parte delle ore di latino verranno sostituite dalle scienze. E che vedrà la opzione dello scientifico-tecnologico senza latino ma con l'informatica. Al liceo linguistico, finora solo sperimentale, si studieranno 3 lingue straniere negli ultimi tre anni, e saranno sufficienti 27 ore a settimana nei primi due anni e 30 ore poi. Impegno orario che resterà identico anche al liceo delle Scienze sociali, evoluzione del socio-psicopedagogico e del precedente istituto magistrale. La novità, ma solo in alcune province, è rappresentata dal liceo musicale e coreutica, che prevede le due specializzazioni; per imparare a cantare, danzare (liceo coreutico) e a suonare (liceo musicale) occorrerà però impegnarsi qualche ora in più.
Bambini o ragazzi che siano, l'idea base sull'educazione pubblica di questo governo è sempre, tristemente e drammaticamente, la stessa: tagliare tutto il possibile dall'offerta formativa. Non solo: far pagare chi ha voglia di studiare veramente e vuole una scuola di qualità. Per il resto degli studenti o per chi non ha una famiglia economicamente robusta alle spalle, invece, basta fornire il minimo indispensabile, cioè una parvenza di scuola, più che una scuola pubblica vera e propria.
È il discutibilissimo modello di scuola anglosassone di cui già parlò l'allora ministro Berlinguer che sta per essere attuato, nel peggiore dei modi, da questo governo. Senza che i genitori degli studenti, ma fino in fondo neppure i docenti, sappiano nulla. Si accorgeranno dello scadimento dell'offerta formativa solo a cose già fatte, nel corso del prossimo anno scolastico. Quando sarà troppo tardi.

martedì 27 ottobre 2009

Non possiamo lamentarci della Gelmini e del fatto che stiamo perdendo una buona scuola se non siamo disposti a fare qualcosa per difenderla. Ci si lamenta che le ore con cui si possono seguire i ragazzi in difficoltà o dividere la classe in gruppi per i laboratori si sono molto ridotte, ma a quel poco che c'è si rinuncia per andare a coprire le supplenze. Ma gli insegnanti dovrebbero cercare di fare una buona scuola, seria e senza sprechi: questo è il loro lavoro. Non è compito loro - ed è sbagliato farlo quando i presidi lo chiedono - andare a tappare i buchi perché i dirigenti non vogliono spendere in quanto hanno paura che il Ministero non eroghi i fondi necessari. La scelta di ancorare le ore ai progetti e agli interventi può diventare anche un'occasione di discussione e confronto tra insegnanti e genitori su quello che sta accadendo alla scuola pubblica mentre - al contrario - prestarsi come "tappabuchi" (magari col fondo d'istituto, così il danno è doppio perché poi non ce n'è più per quelle attività che davvero arricchiscono la scuola) avvilisce il ruolo dell'insegnante e nasconde ai genitori la realtà di quello che sta accadendo. Le possibilità per comportarsi diversamente ci sono e nel blog sono già stati messi a disposizione documenti per farlo. Pubblichiamo, con riferimento particolare alle scuole superiori ma utile per tutti, un articolo sulle sostituzioni e il link relativo.

Manca il prof, ma per sostituirlo lo spezzatino non va bene
Di Antimo Di Geronimo

No all'orario taglia e incolla per sostituire i docenti assenti. Nelle scuole dove vige la riduzione dell'ora di lezione, per motivi connessi alla didattica, i recuperi delle frazioni di ore non prestate non possono essere utilizzate per le supplenze, ma vanno riversate in orario nelle stesse materie da dove sono state sottratte. È quanto si evince da una nota emanata il 16 ottobre scorso dal direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per la Campania, Alberto Bottino, (n.15053). Il provvedimento, che ha effetti vincolanti solo per le scuole della Campania, riporta all'attenzione degli addetti ai lavori l'esistenza di un diritto fondamentale, costituzionalmente garantito, quale è il diritto allo studio. Spesso sacrificato sull'altare dell'emergenza da carenza di soldi per le supplenze: «Il tempo scuola frontale deve essere garantito ad ogni alunno» si legge nella nota dirigenziale «rispettando puntualmente i contributi orari di ciascun insegnamento e, pertanto, non è possibile recuperare i minuti non utilizzati mediante supplenze brevi per sostituzione di docenti assenti». E se non ci sono docenti disponibili a sostituire i colleghi assenti? La risposta a questa domanda è contenuta in un'altra nota, a firma del direttore generale della direzione del personale del ministero dell'istruzione, Luciano Chiappetta, emanata il 6 ottobre scorso (14991): «Al fine primario di non incorrere in una sospensione della didattica nei riguardi degli allievi interessati» si legge nel provvedimento «i dirigenti scolastici possono provvedere, per periodi di assenza anche inferiori a 15 giorni, alla nomina di personale supplente temporaneo». Insomma, la
flessibilità non autorizza l'utilizzo fungibile dei docenti. Ed è finalmente caduto il tabù delle supplenze inferiori a 15 giorni anche nelle scuole secondarie. L'amministrazione, dunque, ha preso atto di una situazione ormai insostenibile e ha provveduto di conseguenza. Negli ultimi anni, infatti, a seguito della cancellazione delle ore a disposzione, è stata cancellata la dotazione di ore in più che veniva tradizionalmente utilizzata per le supplenze di pochi giorni. E quindi nella maggior parte delle scuole si era diffuso il fenomeno deteriore della distribuzione degli alunni un po' per classe, in modo tale da assicurare per lo meno la vigilanza. Fenomeno questo che, oltre ad
impedire il normale esercizio della didattica, comporta anche rischi per la sicurezza. In altre scuole, invece, sfruttando impropriamente la flessibilità organizzativa, i recuperi sono stati utilizzati non per arricchire l'offerta formativa, ma per le supplenze. Ma anche questa soluzione è illegittima perchè priva gli studenti di parte della prestazione di insegnamento che è loro
dovuta, comprimendo il diritto allo studio. Di qui il «memento» dell'ufficio scolastico della Campania, regione in cui il fenomeno è abbastanza diffuso, per cercare di riportare la funzione didattica nel suo alveo naturale. Resta il fatto però, che non di rado l'emergenza-sostituzione si verifica alla prima ora. E in questi casi il problema rimane. Sempre che l'amministrazione centrale non decida di estendere anche alle scuole secondarie la disciplina degli elenchi prioritari per le supplenze fino a 10 giorni, prevista dall'art. 7 comma 7 del regolamento delle supplenze per l'infanzia e la primaria.

In quel caso le scuole potrebbero disporre di un elenco di docenti disponibili ad accettare supplenze brevissime e la sostituzione risulterebbe più agevole.
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mercoledì 14 ottobre 2009

Il blog sembra sopito, non così noi che anzi in questi giorni ci siamo dati un bel daffare.
Martedì 6 ottobre, a Santorso, c'è stato un incontro con CGIL, CISL, Gilda e Snals sulla scuola. Gli obiettivi erano di scambiare informazioni su quello che i tre comitati del Vicentino a difesa della scuola pubblica hanno attuato negli ultimi tredici mesi, di confrontarci sulla situazione e sulle strategie possibili, di proporre ai sindacati la partecipazione al coordinamento regionale e la collaborazione all'iniziativa "Le balle della Gelmini". Richiamiamo il dizionario dove "balle" viene definito come termine familiare per indicare "panzane, frottole, bugie e invenzioni". E l'iniziativa prevede infatti di raccogliere una serie di dati, istituto per istituto, che permettano di avere una fotografia della scuola reale, delle situazioni di sofferenza che si sono verificate a causa delle nuove normative, delle buone pratiche che cercano di resistere. Dopo mille modifiche e considerazioni (è il prezzo della democrazia, ma NOI lo paghiamo volentieri), si sta dando alla scheda di rilevazione la sua veste definitiva. Dopo di che la metteremo nel blog e comunque tutti i sindacati presenti si sono dichiarati disponibili a trasmetterla alle proprie RSU. Il senso di questo lavoro è anche quello di mettere a fuoco alcuni aspetti per farli diventare motivo di confronto e di discussione all'interno delle scuole e con (e tra) i genitori.
Anche la scelta di rifiutarsi di coprire le supplenze e il percorso necessario per attuarla, altro vorace impegno di queste settimane, ha due finalità: da un lato, per serietà e correttezza, garantire i progetti e gli interventi che con le ore di contemporaneità si fanno, dall'altro aprire una discussione con i genitori, far capire che - anche dove si è mantenuto l'orario - la qualità della scuola è in pericolo. E siamo solo al primo anno di tagli...
Venerdì scorso, a Marghera, c'è stata la riunione dei Comitati Buona Scuola. Un obiettivo era appunto l'ennesima limatura della scheda. Non è stato facile perché desiderio di completezza e facilità di utilizzazione, nonché specificità organizzative a seconda delle varie zone del Veneto, sono difficili da armonizzare, ma ce l'abbiamo quasi fatta. Un altro era cominciare a pensare a un momento comune in cui quello che si è ricavato dalle schede in tutta la regione venga condiviso e pubblicizzato. Qui nell'Alto Vicentino anche gli studenti sono in movimento e hanno fissato una riunione settimanale (ogni venerdì alle 17,30 ai Due Mori a Schio). Hanno costituito anche una mailing list: chi fosse interessato ad avere le informazioni di prima mano può chiedere di iscriversi.
cittadiniperlascuolapubblica@yahoogroups.com
Noi del salvalascuolapubblica ci troveremo giovedì 22 ottobre alle 20,30.
Come vedete, qui non si dorme.

sabato 10 ottobre 2009

Il Tar commissaria la Gelmini

Prima il lodo Alfano e adesso questa: non sembra neanche più di stare nella nostra Italia, che eravamo rassegnati ormai a vedere sfacciata e impunita. Questo è l'inizio dell'articolo di oggi su Repubblica. Sotto c'è il link per chi volesse leggerlo tutto.

Il Tar Lazio commissaria il ministro Gelmini sulle graduatorie dei precari. E' la prima volta che accade, ne dà notizia l'Anief che ha patrocinato i ricorsi dei supplenti inseriti "in coda", anziché "a pettine", nell'ultimo aggiornamento delle liste dei supplenti. Se entro 30 giorni il ministero non darà esecuzione alle ordinanze del tribunale amministrativo a viale Trastevere arriverà un commissario che si dovrà occupare della questione. Intanto, sulla vicenda il ministro Mariastella Gelmini ha annunciato l'emanazione di un provvedimento ad hoc che "sana" l'intera questione. Ma il Tar ricorda che eludendo le ordinanze cautelari il ministero ha aggirato la Costituzione e lo ha condannato al pagamento delle spese a favore degli insegnanti danneggiati.

www.repubblica.it/2009/02/sezioni/scuola_e_universita/servizi/precari/gelmini-tar/gelmini-tar.html

lunedì 5 ottobre 2009

Volentieri pubblichiamo questo comunicato degli studenti. Dobbiamo davvero allarmarci e allertarci per le limitazioni al diritto di manifestare il proprio pensiero. Che democrazia è, quella che ha paura delle voci di dissenso?

SABATO 10 OTTOBRE 2009


MANIFESTAZIONE ORE 8.30 VICENZA PIAZZALE DELLA STAZIONE FS

BASTA DIVIETI! LA LIBERTA' DI MANIFESTARE NON SI LIMITA!

Da qualche mese incombe una forte minaccia sull'agibilità democratica e sulla libertà di manifestare. Stiamo parlando della direttiva Maroni, la quale conferisce l'autorità alla questura e alla Prefettura di stabilire quali parti e quali luoghi della città non possono più essere oggetto di manifestazione.
La proposta per Vicenza prevede l'annullamento della possibilità di organizzare cortei ed iniziative nelle vie e nelle piazze principali del centro cittadino oltre che in alcuni punti sensibili come la caserma Ederle e il Dal Molin.
Di fatto ci troviamo di fronte a un divieto di manifestare il proprio pensiero in questa città, perché le piazze e il centro cittadino hanno sempre rappresentato il cuore e lo spazio dell'espressione democratica dei cittadini.
Per noi studenti, ma non solo, Piazzale della Stazione, Corso Palladio, Piazza Matteotti, Piazza Castello e Signori rappresentano i luoghi, dove da sempre si esprime la coscienza civica, la voglia di partecipare, di dissentire e di essere liberi e non possiamo accettare assolutamente questo divieto.
Questa direttiva non rappresenta solo una limitazione alla democrazia, ma va a rafforzare l'idea della città vetrina, cioè della trasformazione del centro in un grande centro commerciale a cielo aperto, interamente videosorvegliato, controllato e ripulito da tutto ciò che va a rovinare il "pubblico decoro".

Sabato 10 ottobre lanciamo un corteo che, partendo dalla stazione dei treni, vada a toccare i punti della città oggetto di questa direttiva e si concluda sotto la Prefettura.
Ci appelliamo a tutti quelli che insieme a noi condividono l'idea di un centro cittadino vivo, libero dal controllo e soprattutto come luogo fondamentale dell'espressione civica e democratica di questa città, affinché scendano in piazza con noi: abbiamo l'obbligo morale di fare tutto il possibile per fermare questa proposta!

STUDENTI PER LA SCUOLA PUBBLICA - COORDINAMENTO STUDENTESCO VICENZA

domenica 4 ottobre 2009

Settimana piena, per la scuola:
martedì sera alle 20,30 presso il Museo Archeologico di Santorso noi, il Coordinamento Scuole Valle Agno e l'Assemblea Difesa Scuola Pubblica di Vicenza incontreremo i sindacati della provincia di Vicenza per vedere se si può convergere su alcune iniziative comuni. Nessuno storca il naso: ciascuno è portatore della propria specificità e nessuno vuole mettere il proprio cappello a qualcun altro (sembra la barzelletta di "uno, nessuno, ciascuno e qualcuno...), ma riusciremo a uscire da questa situazione solo se saremo in grado di costruire alleanze. Lavorare assieme su qualche iniziativa comune ci aiuterebbe a essere più efficaci e incisivi.
giovedì 8 ottobre alle 20,30 presso la sede del Pd di Vicenza, in via dell'Oreficeria, ci sarà il Forum scuola del Pd provinciale.
venerdì 9 ottobre a Marghera ci sarà la riunione del Tavolo regionale per la Scuola Pubblica. Per la sede e la definizione degli obiettivi rimandiamo al sito dell'Assemblea o del Comitato Nogelmini di Padova.

Rispetto alla non disponibilità a coprire supplenze con personale interno, strada che qualche scuola sta percorrendo, ci è arrivato dell'utile materiale da parte dei Cobas. Lo mettiamo a disposizione.

  1. modello di contrattazione d'istituto (per le RSU, ma non solo)
  2. nota miur 3545 del 29 aprile 2009 con cui si ribadisce la necessità di assicurare "l'ordinato svolgimento delle attività" e quindi di nominare i supplenti anche senza soldi in cassa
  3. la sentenza della corte dei conti che ritiene legittimo il conferimento delle supplenze anche per periodi inferiori ai 15 giorni

sabato 3 ottobre 2009

Ministro Gelmini, le spiego perché il problema è lei, la lettera di Piergiorgio Odifreddi

1 ottobre 2009

Signor ministro,

leggo (o meglio, mi hanno segnalato di leggere) su Il Giornale di famiglia del presidente del Consiglio che sabato scorso, alla sedicente Festa della Libertà organizzata dall'altrettanto sedicente Popolo della Libertà al Palalido di Milano, moderata (si fa per dire) dal condirettore dello stesso giornale, lei ha tuonato contro «l'intolleranza antisemita del superfluo matematico Piergiorgio Odi-freddi, ex docente baby pensionato», che ha osato restituire il Premio Peano «quest'anno assegnato a Giorgio Israel, ai suoi occhi colpevole di sionismo, ma soprattutto di essere consulente del ministro».

Lei ha poi continuato, con stile e in punta di fioretto, dicendo che «gli imbecilli non mancano mai», e che «le parole di Odifreddi denotano razzismo, incapacità al confronto e stupidità». E ha terminato allargando il discorso, assimilando il mio gesto alla «modalità tipica della nostra sinistra, quella di combattere il governo e Silvio Berlusconi a qualunque prezzo, a costo di insultare allo stesso tempo la maggioranza dei cittadini che lo votano». Mi permetta di rispondere nel merito alle accuse che mi rivolge, fingendo che esse siano in buona fede e dettate dall'ignoranza dei fatti. Naturalmente non posso dir nulla sulla mia imbecillità e stupidità, e mi fido del suo giudizio: in fondo, lei è un valente avvocato che ha superato una difficile abilitazione a Reggio Calabria, dopo una laurea nella vicina Brescia e un precedente passaggio da un liceo pubblico a uno privato, mentre io sono soltanto un modesto docente universitario che ha vinto facili concorsi da assistente, associato e ordinario nell'Università pre-Gelmini, ed è poi andato in pensione dopo 38 anni e mezzo di servizio (e non dopo una sola legislatura in Parlamento).

Ma non sono questi i motivi per cui io ritengo che la collaborazione con lei si configuri come una colpa, nè penso affatto che il governo di cui lei fa parte sia da combattere a qualunque prezzo: riconosco anzi, benchè dispiaciuto e vergognato, che Silvio Berlusconi abbia ricevuto una forte maggioranza e sia dunque democraticamente in diritto di governare il paese. Addirittura, pensi un po', vorrei che a farlo cadere fosse un giudizio elettorale sul suo operato politico, e non una campagna giornalistica sulle sue scopate con le escort: soprattutto quando questa campagna è spalleggiata dall'Avvenire, che ha usato ben altri pesi e misure per la pedofilia ecclesiastica e per la sua copertura da parte dell'allora cardinal Ratzinger. Il mio problema è proprio lei, signor ministro. E non tanto, o non solo, perchè ricopre una carica per la quale non ha la minima competenza, ma anzitutto e soprattutto per le innominabili motivazioni che hanno portato lei e la sua collega Mara Carfagna alla carica che ricoprite. Come vede, gli elettori che votano il suo partito o la sua coalizione non c'entrano proprio nulla, perchè non hanno eletto i ministri: c'entra invece la necessità etica di non collaborare con chi costituisce, nella Roma di oggi, l'analogo dei cavalli-senatori di Caligola nella Roma di ieri. Il professor Israel è naturalmente liberissimo di pensarla diversamente, ma lo sono anch'io di dissentire, e di non voler condividere con lui l'albo d'oro di un premio.

Se questa mia dissociazione vi turba, è perchè non conoscete nè la democrazia nè la storia, anche scientifica. Ad esempio, quando negli anni del maccartismo Edward Teller collaborò con la commissione governativa che revocò l'autorizzazione di sicurezza nucleare a Robert Oppenheimer, la quasi totalità dei colleghi si dissociò da lui e gli tolse il saluto, ostracizzandolo della comunità dei fisici: in quell'occasione avreste attaccato pure loro, come ora attaccate me? La domanda è retorica, ma l'esempio non è campato in aria: Teller era infatti uno scienziato guerrafondaio e iperconservatore, della stessa pasta del Von Neumann al quale Israel ha dedicato la compiacente biografia che ha appunto ricevuto il Premio Peano.

Ma ci sono altri motivi per dissociarsi da lui, oltre a quelli già accennati. Perchè, come ho detto espressamente nella mia lettera di rinuncia al premio, «le posizioni espresse da Israel in ambito politico, culturale e accademico sul suo blog, sul sito Informazione Corretta e in ripetuti interventi su Il Foglio e Il Giornale trascendono i limiti della normale dialettica, e si configurano come un pensiero fondamentalista col quale non intendo essere associato intellettualmente».

Capisco ovviamente che quei due giornali, insieme a Libero e all'ala destra del Corriere, si siano sentiti chiamati in causa e abbiano immediatamente fatto quadrato intorno a Israel e contro di me. Ma mi sembra singolare che proprio da loro, e da lei, vengano accuse di razzismo e di intolleranza: non siete forse voi, la vostra coalizione e il vostro governo, a fomentare l'odio nei confronti degli immigrati in generale, e degli islamici in particolare, con parole e azioni ben più violente della democratica e innocua restituzione di un premio al mittente?

Capisco anche, ma non accetto di giocarlo con voi, il subdolo gioco dell'equiparazione della critica a un ebreo come Israel, a un sito sionista come Informazione corretta, o a un governo israeliano come quello di Netanyau, con l'antisemitismo. E non lo accetto proprio perchè non sono razzista, e dunque non giudico a priori in base alla «razza» (ammesso che la parola abbia senso), ma a posteriori in base ai fatti: i razzisti veri sono altri, e cioè coloro per i quali tutti gli ebrei sono democratici, e tutti gli islamici fondamentalisti.

E invece ci sono ebrei fondamentalisti e islamici democratici: negarlo significa fare di ogni erba un fascio, e a me i fasci non piacciono, di qualunque «razza» siano. Mi piacciono invece molti ebrei democratici, da Amos Luzzatto a Moni Ovadia a Noam Chomsky, dei quali sono amico, e sto benissimo anche con ebrei ortodossi come il premio Nobel per l'economia Robert Aumann. Sono i fondamentalisti che non mi piacciono, e se questo significa non essere simpatico a certa gente, compresa lei, sopravviverò bene ugualmente. Anzi, molto meglio che se fossi simpatico a loro e a lei.

di Piergiorgio Odifreddi (da Il Fatto Quotidiano 1 ottobre 2009)

giovedì 1 ottobre 2009

Su Repubblica di oggi c'è un articolo di Salvo Intravaia: il Consiglio di Stato ha dato in pratica ragione ai ricorsi presentati contro le nuove modalità previste dal D.M. 42/2009 per la formazione delle graduatorie dei docenti. In questo senso si era già pronunciato il TAR del Lazio, ma la Ministra aveva dato disposizione agli Uffici Scolastici di ignorare la decisione del Tribunale e di procedere come se niente fosse.
Si vede che "Cittadinanza e Costituzione" la fa studiare solo a noi.
Tra le norme contestate, c'è quella per cui i docenti che chiedevano l'assegnazione ad altre province venivano messi in coda, indipendentemente dai titoli e dal punteggio.
Si vede che la meritocrazia vale solo qualche volta.
Riportiamo il link dell'articolo e una breve nota di Tuttoscuola.

www.repubblica.it/2009/02/sezioni/scuola_e_universita/servizi/precari/consiglio-stato-graduatorie/consiglio-stato-graduatorie.html


Pronuncia del Consiglio di Stato

Saltano le graduatorie. Nomine da rifare?


Con ordinanza n. 4796/2009 il Consiglio di Stato non ha accolto l'appello del Miur per l'annullamento della sospensiva del Tar Lazio che alcuni mesi fa aveva bocciato il decreto ministeriale n. 42/2009.

Il decreto ministeriale, nel consentire il trasferimento a graduatorie di altre due province dei docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, aveva disposto che i trasferiti venissero collocati in coda alle graduatorie di nuova iscrizione.

Contro il decreto avevano presentato ricorso migliaia di docenti che avevano rivendicato l'iscrizione "a pettine", cioè l'inserimento nelle graduatorie secondo il punteggio posseduto. In particolare l'Anief, l'associazione dei precari, aveva sostenuto molti ricorso al Tar.

Il Tar Lazio aveva accolto i ricorsi, ordinando la sospensiva del provvedimento ministeriale, ma il Miur, per non compromettere gli adempimenti di inizio d'anno relativi alle nomine in ruolo e annue, aveva ignorato la sospensiva e, contestualmente, aveva presentato appello al Consiglio di Stato. Che l'ha respinto.

Si apre ora uno scenario imprevisto di cui è difficile prevedere la soluzione in tempi rapidi, visto che le nomine sono già state effettuate quasi tutte e che una revisione delle graduatorie avrebbe, comunque, tempi non brevi.

Sono anche da considerare le eventuali inziative dei controinteressati, cioè degli altri docenti che, scavalcati nelle nuove (eventuali) graduatorie, potrebbero a loro volta impugnarle.

Forse oggi, in occasione della prevista audizione alla Camera, il ministro Gelmini, coem auspica l'Anief, potrebbe fornire primi chiarimenti.

domenica 27 settembre 2009

Calano le risorse, si restringono gli spazi d'azione, si riducono i finanziamenti. Ma i dirigenti pervicacemente chiedono che l'orario venga fatto in funzione delle supplenze e che si garantisca la copertura per tutta la settimana. Pazienza se saltano i laboratori, se non si può dividere la classe per andare a fare informatica, se gli alunni che non fanno religione vengono spediti in giro da qualche parte, se gli studenti in difficoltà debbono rinunciare all'aiuto che finora gli veniva dato.
Gli insegnanti fanno mille conti e si arrabattano per coprire i buchi perché tutto riesca ad andare avanti. Peccato che questo gran lavorio sia proprio quello che impedisce ai genitori di rendersi conto che "qualcosa è cambiato"; peccato che questi rattoppi - fatti per il 'bene dei bambini' - servano a oliare la macchina che la buona scuola dei bambini sta rullando come uno schiacciasassi. Peccato che siamo solo a un terzo dei tagli. Forse, più che preoccuparsi per come tirare avanti quest'anno, sarebbe meglio attivare noi stessi e tutti quelli che è possibile per cercare di fermare questa ruspa e farla retrocedere.
Anche perché rifiutarsi di coprire le supplenze brevi per poter garantire continuità ai pochi progetti rimasti, può diventare motivo di confronto e di sensibilizzazione con i genitori.
Allora diciamo qualche cosetta, e alleghiamo un po' di materiali utili.
  • Il contratto collettivo nazionale di lavoro, tuttora in vigore, all'art. 28 dice che possono essere utilizzate per supplenze solamente le ore eccedenti l'insegnamento frontale non vincolate a progetti specifici.
  • E' il collegio docenti che approva l'organizzazione oraria.
Alleghiamo una decisione in tal senso presa dal Consiglio d'Interclasse di Santorso, decisione che poi verrà sottoposta al Collegio docenti e che contiene l'indicazione della procedura necessaria; la delibera di un Consiglio d'Istituto in provincia di Modena; una specie di vademecum, messo a disposizione dall'insostituibile Michela, il riferimento al CCNL e due delibere tipo del collegio.

sabato 26 settembre 2009

Non si può stare sempre lì a incazzarsi per la Gelmini, dai.
Ogni tanto si ha voglia di risollevarsi lo spirito, di pensare che forse c'è del buono a questo mondo, di volgere l'animo a pensieri più elevati.
Se siete d'accordo, abbiamo quello che fa per voi.
Guardate sotto.
Bella musica. E le parole, poi...


www.youtube.com/watch?v=Lfd2sF_VsNc&feature=player_embedded#t=98

giovedì 24 settembre 2009

Quello che riportiamo qui sotto è il testo di un volantino che i docentinmutande hanno preparato per la manifestazione di venerdì. E' tra i documenti, denominato "fantasma". A disposizione ce n'è un altro, più approfondito e articolato, che vale la pena leggere sia per le riflessioni che contiene che per le indicazioni operative che suggerisce.
Ci si sta dannando per fare gli orari, i dirigenti chiedono a chi ancora lavora di fare i salti mortali per tappare i buchi.
Che senso ha?
E' corretto fare gli straordinari per tappare le falle che volutamente le normative sulla scuola hanno provocato?
E' una scelta intelligente cercare di tamponare ad ogni costo, o è invece un ostacolo al fatto che i genitori si rendano conto di cosa sta succedendo?
Se lo facciamo quest'anno, cosa faremo l'anno prossimo, quando verranno tagliate ulteriori risorse? O pensiamo che potremo fare un triplo salto mortale, dato che oggi ci stiamo allenando con quello doppio?
Stiamo cercando una strategia sensata, o stiamo trascinando i piedi dietro a chi, con maggiore o minor garbo, ci tira per la cavezza?

Ecco il volantino. S'intitola FACCIAMO L'APPELLO NELLA SCUOLA PUBBLICA

1) SICUREZZA NELLE AULE?
ASSENTE!
Con la riforma Gelmini le classi arrivano fino a 33 studenti, in aule troppo piccole che non rispettano i parametri di sicurezza stabilite dalla legge e in barba al rischio di contagio di influenza A.
2) 42.000 DOCENTI?
ASSENTI!
Con la riforma Gelmini molti docenti fino all’anno scorso presenti nelle scuole restano tagliati fuori. Oltre alla perdita del posto di lavoro, vi è un’altra grave perdita per tutta la scuola: migliaia di insegnanti ricchi di qualifiche e di esperienza cancellati di fatto dal mondo della scuola.
3) OFFERTA FORMATIVA ADEGUATA ALLE ESIGENZE DEGLI STUDENTI?
ASSENTE!
Doposcuola, laboratori, sostegno, percorsi di approfondimento, integrazione e supporto agli studenti in difficoltà: con la riforma tutte queste attività verranno cancellate, creando un grave danno ad alunni e famiglie e appiattendo la didattica.
4) DIGNITA’ DI LAVORATORI, GENITORI E STUDENTI?
ASSENTE!

DIAMOCI UN TAGLIO!!!
LA SCUOLA PUBBLICA CHIEDE:
DIMISSIONI IMMEDIATE DEL MINISTRO GELMINI
IMMISSIONI IN RUOLO SU TUTTI I POSTI VACANTI
RITIRO DEI TAGLI
LA SCUOLA SIAMO NOI!!!

prossime iniziative

venerdì 25 settembre – h 17.00
TUTTI A VENEZIA!!!
(sede RAI – a 500 mt dalla stazione)
FUNERALE DELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE
(per info http://docentinmutande.blogspot.com )


sabato 26 settembre – h. 10.00 – 20.00
PADOVA
(Piazza dei Signori)
gazebo autogestito per la scuola pubblica
MUORE LA SCUOLA VIVA LA SCUOLA!!
(per confrontarsi e organizzarsi)


sabato 3 ottobre – h. 15.00
Indetta dal coordinamento dei precari della scuola C.P.S.
MANIFESTAZIONE A ROMA
A seguire, domenica 4 ottobre, sempre a Roma assemblea nazionale del CPS in orario e luogo da confermare
(per info http://retedocentiprecari.blogspot.com/ )


GiÙ LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA!!!

martedì 22 settembre 2009

Oggi facciamo un po' di ripasso di storia.
Antica?
Recente?

"I giornali non hanno alcun riguardo per il mio governo. Vorrei che mostrassero un maggior attaccamento verso di me. Non esitate, verso i più indocili, a esercitare un intervento forte. Se qualche giornalista non potrà più lavorare, tutti gli altri capiranno, e obbediranno"
(Napoleone al suo ministro della polizia, 1805)

sabato 19 settembre 2009

Ieri sera c'è stato l'incontro regionale dei Comitati Buona Scuola. Forse formeranno una Tavola regionale per la scuola o forse resteranno come coordinamento di comitati ma non ha importanza: la cosa importante è che c'erano persone arrivate da cinque province, con appartenenze e ruoli diversi, ma tutte decise a non rassegnarsi. Con noi, oltre a insegnanti di ruolo e genitori, c'erano anche docenti precari. Ricordiamo che il taglio dei precari non è solamente un problema di perdita del lavoro, problema comunque drammatico sia per la ricaduta sulle storie individuali che per la quantità di persone coinvolte (la Gelmini è responsabile del "più grande licenziamento di massa nella storia d'Italia"), ma è un PROBLEMA DI QUALITA' SCOLASTICA. I precari, molti dei quali con titoli, esperienza ed entusiasmo, non erano una fumosa entità superflua, ma davano un contributo importante e quotidiano alla costruzione di una buona scuola. Mettiamo il link per un video sulla manifestazione che hanno indetto per la settimana prossima a Venezia. Alleghiamo anche il volantino e le note organizzative. Buona visione, e buona manifestazione.

www.youtube.com/watch?v=eCPUq6YXH38

*25 Settembre: in mutande al funerale della scuola *
Siete pronti per una nuova grande manifestazione nazionale contro i tagli
della "riforma Gelmini"?

*Quando?*
L'appuntamento è per venerdì 25 alle 16.30 alla stazione dei treni di
Venezia, per raggiungere poi, alle ore 17.00, la sede Rai in Campo S.
Geremia, dove manifestare fino alle 19.00.

*Come?*
La proposta è presentarsi vestiti a lutto, indossando però, al posto dei
calzoni, un paio di mutandoni. Si suggerisce di portare con sé anche una bara
di cartone, con affisso il cartello "Scuola italiana", e qualche
pianta di crisantemi
da donare al direttore della redazione regionale della Rai, al sindaco o al
presidente di provincia o regione. A docenti e studenti, ridotti in mutande
dai tagli del governo, non resta altro, infatti, che celebrare assieme il
funerale della scuola italiana. Si tratta senza dubbio di una protesta ad
effetto, capace di attrarre l'attenzione di stampa ed opinione pubblica.

*Perchè?*
Le nostre richieste al governo sono semplici ma decise:
1) bloccare immediatamente la "riforma Gelmini", che colpisce i lavoratori
precari e riduce i servizi agli studenti;
2) aprire finalmente una discussione con docenti e studenti, per costruire
assieme una vera riforma della scuola in grado di valorizzare le competenze
dei docenti e garantire alle future generazioni una formazione di qualità.

*Organizzazione*
Ti chiediamo di:
*1)* *comunicare la tua adesione *a docentiprecari@gmail.com scrivendo come
oggetto dell'email "Io ci sarò a Venezia"
2) informare i colleghi e gli studenti presenti nella tua scuola, chiedendo
la loro partecipazione
3) entrare in contatto con le associazioni degli studenti, dei genitori,
degli insegnanti e del personale scolastico presenti nel territorio,
chiedendo anche a loro di partecipare alla protesta
4) documentare attraverso foto e riprese video la manifestazione, in modo da
pubblicare poi tutto il materiale su internet (nel tuo sito personale, su
youtube o anche direttamente nel nostro blog, inviando i file a
docentiprecari@gmail.com)
Più numerosi saremo e più riusciremo ad attrarre l'attenzione dei mass
media, più sarà la nostra forza e dunque la capacità di fare pressione sulle
scelte del governo.

martedì 15 settembre 2009

Il problema di un'informazione veritiera e pluralista ci riguarda?
Sicuramente sì, non solo perché come genitori e insegnanti ben sappiamo che anche rispetto ai problemi della scuola nell'ultimo anno la stampa e la TV sono stati usati come mezzi di imbonimento e di propaganda governativa, ma anche perché la libertà d'informazione è uno degli indicatori della democrazia. Quindi è un problema di tutti noi.
Facciamo quindi girare un'iniziativa che ci hanno proposto: questa sera, dalle 21 alle 23, spegnete Porta a Porta (sempre ammesso che qualcuno lo guardasse) ed accendete una candela per la libertà e il pluralismo dell'informazione.
Riportiamo anche un brano dell'articolo di Curzio Maltese sulla Repubblica di oggi e vi rimandiamo all'intero suo scritto se volete capire meglio la relazione tra l'iniziativa e la trasmissione.
"Le denunce e le minacce contro Repubblica e Unità e perfino la stampa estera, il pestaggio mediatico di questo o quel giornalista, gli avvertimenti mafiosi a questo o quel conduttore perché si pieghino alle censure o dicano addio ai loro programmi, questi sono i metodi. Non si può neppure dire che si tratti di una trama occulta. Gli obiettivi sono palesi, dichiarati, in qualche caso rivendicati. Berlusconi sta usando tutto il suo potere di premier, primo editore e uomo più ricco d'Italia, per strangolare economicamente la stampa d'opposizione, epurare i pochi programmi d'informazione degna di un servizio pubblico, a cominciare da Annozero di Santoro, Report di Gabanelli e Che tempo che fa di Fazio, infine destituire l'unico direttore di rete televisiva, Paolo Ruffini di RaiTre, che non obbedisce agli ordini"

Vi riportiamo anche una notizia dell'Ansa che ci riguarda:

SCUOLA, BINDI: NON SONO CASERME, NO ALLE MINACCE
«Le scuole italiane non sono caserme come al tempo del fascismo e il ministro non può minacciare nessuno. Il maestro unico era o no una libera scelta delle famiglie? La Gelmini cerchi di capire perché la stragrande maggioranza ha scartato questa possibilità, scegliendo il modulo o il tempo pieno, senza attribuire agli insegnati e ai dirigenti scolastici la colpa del caos in cui si trovano migliaia di istituti». Lo dice Rosy Bindi (Pd) replicando al ministro.
«La verità - aggiunge - è che la pseudoriforma della destra è stata un trucco per ridurre l'offerta formativa, coprire pesanti tagli al personale e azzerare l'autonomia scolastica. Il fallimento del governo è sotto gli occhi di tutti. Ed è penoso sentire un ministro che nel primo giorno di scuola anziché spiegare a famiglie e docenti come intende assicurare un sereno anno scolastico si lancia in aut aut da regime. Con la stessa tecnica di Brunetta, anche la Gelmini denigrando gli insegnanti vuole colpire e denigrare il sistema dei servizi pubblici».

E' proprio vero: le scuole non sono caserme, e neanche sono i carceri, come ha detto oggi la nostra Ministra all'Istruzione.

lunedì 14 settembre 2009

Ci sono molto modi per non mollare: non volete andare a scegliere la sede in mutande? non volete arrampicarvi sul tetto dell'USP? non volete incatenarvi al cancello della scuola? Potete comunque leggere questa petizione neonata, meditarla e firmarla. L'obiettivo è quello delle 100.000 firme per cui - se siete d'accordo - fatela girare anche agli altri colleghi che conoscete. Rispetto ad altre azioni concrete possibili, nei prossimi giorni metteremo sul blog documenti e riflessioni sul discorso della copertura supplenze brevi nella primaria.

Manifesto delle docenti e dei docenti italiani

PERCHÉ UN MANIFESTO

Siamo a una nuova ripartenza, come dicono i commentatori sportivi.
Anche per il prossimo anno cercheremo di fare ciò che possiamo per combattere il colera.
Siamo attrezzati, lo siamo fin dai tempi della Moratti e anche da prima.

Questo però è un anno molto particolare: i risparmi sul sistema istruzione, il taglio degli organici, il peggioramento delle condizioni di vita per chi insegna e per chi impara, vanno a configurare un quadro di sfascio senza ritorno. Il tutto aggravato da una propaganda martellante del Governo contro i docenti che vengono additati come gli unici responsabili di tutti i malfunzionamenti del sistema di istruzione.

Alle giuste azioni di lotta e di opposizione insieme a genitori, studenti e società civile, crediamo si debba affiancare una iniziativa forte, sul piano delle idee, dei docenti della scuola italiana per “fare quadrato” intorno alla professione docente, affiancando alla denuncia delle responsabilità politiche, elementi qualificanti di impegno a proseguire nel mandato affidatoci dalla Costituzione.

Difendersi e contrattaccare chi vuol distruggere la scuola pubblica, scommettendo su una reazione d’orgoglio professionale.

Sottoscrizione e manifesto vogliono essere strumenti per riprendere il contatto diretto con tutti i docenti e provare a riflettere insieme su quali strade intraprendere per difendere la scuola di tutti e di tutte, per tutti e per tutte.

Vi chiediamo di gestirlo unitariamente, invitando a firmarlo online, stampandolo e affiggendolo dentro e fuori le scuole, facendolo circolare nelle classi, presentandolo ai media locali.

clicca qui per leggere e scaricare il testo del manifesto e per firmare on-line