giovedì 16 luglio 2009

21 studenti dell'Onda che il 19 maggio scorso avevano partecipato alla manifestazione di Torino a difesa dell'università pubblica sono stati arrestati. La
Procura li accusa di comportamenti violenti, secondo molti sono stati invece arrestati, quasi due mesi dopo la manifestazione e pochi giorni prima del G8, solo perché avevano preso parte al corteo, e questo per dividere il movimento e intimorire gli altri. Ora verranno effettuati gli accertamenti del caso, ma abbiamo purtroppo toccato con mano anche noi che, in questi tempi, chi è al potere non riesce ad accettare il dissenso e la critica, e spesso tutti i mezzi sono buoni per mettere a tacere chi non è allineato. Qui sotto mettiamo il testo dell'appello, cui hanno già aderito moltissimi esponenti dell'università, e il link per la firma.

*Appello in solidarietà degli studenti arrestati il 6 luglio*

Nella notte tra il 5 e il 6 luglio una spropositata operazione di
polizia ha portato all’arresto di 21 studenti dell’Onda Anomala. Ciò che
viene loro imputato è di aver preso parte alla grande mobilitazione del
19 maggio a Torino contro il G8 University Summit. In quella giornata
più di diecimila studenti, dottorandi e precari dell’università hanno
preso parola pubblica con un grande corteo, per esprimere - ancora una
volta, dopo le mobilitazioni dell’autunno - la propria indisponibilità
al processo di dismissione dell’università pubblica.

I capi di imputazione non sono solitamente passibili di custodia
cautelare a quasi due mesi dai fatti: vi è quindi un’evidente
sproporzione tra i reati ipotizzati e l’utilizzo di uno strumento
giuridico di una certa gravità. Tale sproporzione rischia di far venire
meno i principi di garanzia democratica, che dovrebbero invece essere
riaffermati. I ventuno arrestati - quindici dei quali in prigione, e i
restanti sei agli arresti domiciliari - sono giovani studenti, la quasi
totalità dei quali incensurati.

Esprimiamo la nostra indignazione per la sproporzione di questo atto nei
confronti di chi ha semplicemente manifestato il proprio dissenso.
Soprattutto in un momento in cui giovani studenti e ricercatori sono
sempre più preoccupati per la mancanza di garanzie sul loro futuro e per
l’incerto destino dell’università pubblica.

Riteniamo doveroso affermare che siamo dalla parte della libertà di
pensiero e della libertà di manifestazione del dissenso, così come
riteniamo inaccettabile trattare ogni protesta come un mero problema di
ordine pubblico. Vogliamo affermare, ancora una volta, che l’università
è uno spazio di libertà, di confronto e di produzione del sapere, che
non può assecondare la cecità di chi crede che tramite degli arresti si
possano sciogliere le contraddizioni e i problemi dell’università pubblica.



Per aderire:

http://www.petitiononline.com/wave/petition.html

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