venerdì 14 novembre 2008

Onde alte, mare mosso

Oggi a Roma sciopero nazionale dei lavoratori di università e ricerca e degli studenti universitari e delle scuole superiori. La foto che abbiamo messo vuole dire che siamo là con loro e che loro sono là anche per noi. Al di là degli specifici ambiti, delle età diverse, delle normative di riferimento, stiamo tutti difendendo un'idea di scuola come diritto, e non come servizio (magari a pagamento, e magari solo per chi se lo può permettere). E l'idea di un certo tipo di scuola: una scuola pubblica che funzioni bene, che sia accogliente anche per chi è straniero o in difficoltà, che faccia tesoro dell'esperienza e che metta a frutto la condivisione. Se qualcuno ne ha il coraggio, può leggersi l'intervista che il ministro Gelmini ha rilasciato oggi a Repubblica. Rispetto al maestro unico, dice che "non c'entrano i soldi. L'introduzione del maestro prevalente risponde alla necessità di avere un punto di riferimento educativo che accompagni la crescita personale e scolastica del bambino". Riguardo alle prospettive per il prossimo anno dice che "con l'eliminazione delle compresenze e il ritorno al maestro prevalente ci saranno 50.000 bambini in più che potranno usufruire del tempo pieno". Noi, nella scuola, si lavora da tanti anni: abbiamo ben visto come migliora la qualità dell'insegnamento quando si può approfondire un ambito disciplinare specifico. Abbiamo sperimentato quanto si può imparare dai colleghi e quanto l'attenzione e l'esperienza dell'altro può arricchire noi e aiutarci a vedere meglio e ad affrontare la scuola tutta in maniera più competente e con risultati più efficaci. Abbiamo ringraziato il cielo di avere quel paio d'ore di compresenza a settimana per lavorare con chi aveva vitale bisogno di venire seguito individualmente. Abbiamo letto, non da giornali comunisti e sovversivi, ma nel piano programmatico che riporta i conteggi di Tremonti, che entro il 2011 ci sarà una riduzione di 87.400 insegnanti e abbiamo letto anche che"le classi con orario opzionale verranno costituite ... nel rispetto delle disponibilità complessive di organico" e che il tempo pieno verrà attuato "nei limiti dell'organico previsto per l'a.s. 2008/09"
Speriamo tanto, e ci stiamo dando da fare il più possibile per questo, che anche i genitori capiscano che anche se la Gelmini ripete queste frasi, immutabile e inossidabile, in ogni occasione, quello che conta è quanto sta scritto nelle leggi e nei regolamenti. Non saranno i genitori a scegliere, sarà l'organico. E con i tagli previsti, i genitori potranno chiedere quello che vogliono: verranno accontentati solo finchè non si saranno "smaltite le scorie". Poi, che s'arrangino.
Questo è il motivo della seconda foto, scattata a Roma il 30 ottobre. Qualcuno forse comincia a capire, se c'è stato un calo di 5 punti nei sondaggi, ma è proprio una corsa in salita.
Finiamo con una cosa bella: a Torino l'orchesta filarmonica del Teatro Regio ha tenuto un concerto per contribuire al pagamento dei biglietti del treno speciale che ha portato gli studenti a Roma. Un po' di buona musica, solleva sempre lo spirito.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Italia , 15/11/2008
Mozione bipartisan della Regione Sicilia (di centrodestra) CONTRO la "riforma" di Juri

Da ScuolaOggi:

Quando Maria Stella Gelmini fece il suo esordio come ministro noi fummo tra coloro che apprezzarono come positive le sue aperture a governare la scuola italiana cercando il massimo consenso. Ma col passar dei mesi e con i successivi atti di governo a poco a poco si rivelò ben altrimenti da come aveva esordito. Così oggi la Gelmini è diventata il bersaglio delle ctritiche più radicali: non si ricorda ministro della scuola che abbia creato un fronte così ostile. E non solo tra chi ha votato contro la sua maggioranza. Ne è prova la mozione approvata dall'assemblea regionale siciliana dove, guarda caso, è in carica un governo basato sostanzialmente sulle stesse forse che sostengono Berlusconi. E qui sono tutti contro, anche i partiti alleati a livello nazionale. E per documentare questa situazione riportiamo in testo integrale della mozione bipartisan.
MOZIONE APPROVATA
NELLA SEDUTA N. 30 DELL'8 OTTOBRE 2008

L'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

PREMESSO che:

la legge 6 agosto 2008, n. 133, art. 64, prevede
un taglio di 7 miliardi e 832 milioni sui capitoli
del Ministero dell'istruzione, dell'università e
della ricerca;

in particolare, si prevede un taglio di circa 87
mila posti di personale docente e di 42 mila
personale non docente;

nella medesima legge è previsto, altresì,
l'accorpamento delle istituzioni scolastiche con un
numero di alunni inferiore a 500 unità;

complessivamente i dati relativi ai tagli per il
triennio 2009/2011 avrebbero effetti devastanti
sull'intero sistema scolastico siciliano: 15 mila
posti di lavoro nei prossimi tre anni;

l'ipotesi di chiudere i plessi con meno di 50
studenti porterebbe a privare gli alunni dei piccoli
centri del diritto allo studio, nonché ad un
inaccettabile e ulteriore abbandono dei nostri
comuni montani;

le istituzioni scolastiche sottodimensionate di
cui si prevede la soppressione sono 506;

CONSIDERATO che:

la scuola, nella nostra Regione rispetto alle
altre regioni più ricche, è spesso, l'unico punto di
riferimento per le famiglie e le giovani
generazioni, al cospetto del vuoto di interventi
sociali che li circonda;

la scuola è, sicuramente, un fattore di crescita
civile e sociale nonché uno straordinario luogo di
accoglienza e di integrazione culturale e sociale,
che non può essere subordinata ad esigenze di cassa;

CONSIDERATO, inoltre, che:

con la prevista riduzione degli organici di
sostegno viene messo, altresì, in discussione il
diritto all'integrazione scolastica, sancito da
numerose leggi dello Stato sulla materia, prima
delle quali la legge n. 104 del 1992;

il Governo nazionale non può, per un mero calcolo
ragionieristico, contraddire ed ignorare la
legislazione vigente, che fa, invece, del diritto al
sostegno, all'integrazione e alla solidarietà i suoi
punti di riferimento, certi ed irrinunciabili;

il decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137,
prevede, tra l'altro, il maestro unico nella scuola
elementare, con la riduzione dell'orario scolastico
a 24 ore settimanali: quattro ore con uscita dei
bambini dalla scuola alle ore 12.30;

RITENUTO che:

la gravità e la sproporzionata dimensione dei
tagli operati all'organico del personale della
scuola siciliana (1.744 docenti e 162 di personale
amministrativo tecnico e amministrativo) compromette
seriamente e irreparabilmente la qualità del
servizio pubblico scolastico e dell'offerta
formativa e pregiudica gli obiettivi sui livelli di
apprendimento nonchè la reale fruizione dei servizi
minimi, in assenza di una legge organica sul diritto
allo studio in Sicilia;

la politica del Governo nazionale sull'istruzione
nel Meridione, e in particolare in Sicilia, fondata
sul preminente obiettivo di conseguire risparmi ed
economie di bilancio, è una scelta irresponsabile,
in controtendenza con le scelte e le indicazioni
della Comunità europea che impedirà definitivamente
di conseguire gli obiettivi di Lisbona entro il
2010;

detta politica scolastica è, inoltre,
profondamente sbagliata per l'entità dei tagli, che
superano in Sicilia i parametri dovuti al calo
demografico (il 50% dei risparmi conseguiti su scala
nazionale si concentrano in Sicilia e in Campania);

i tagli stabiliti dal Ministero hanno, altresì,
drammaticamente penalizzato l'organico di sostegno,
pur in presenza di richieste, certificate dagli
uffici scolastici provinciali, che sono in aumento
di oltre mille posti rispetto all'anno precedente;

in questo modo si penalizzano gli alunni con
disabilità, cui sono decurtate sensibilmente le ore
di sostegno scolastico, con grave pregiudizio per
l'efficacia dell'intervento, della qualità del
servizio scolastico e con evidente lesione dei
diritti degli alunni con disabilità;

RITENUTO, inoltre, che:

risparmiare sull'istruzione in modo così pesante,
significa disinvestire sul futuro delle giovani
generazioni siciliane;

il ritorno al maestro unico, inserito con il
decreto-legge citato, non tiene alcun conto
dell'ampiezza dei contenuti che una scuola adeguata
ai tempi odierni deve poter trasmettere al fine di
assicurare idoneo approfondimento che non può
certamente essere affidato ad un solo insegnante, se
non operando tagli sui contenuti o riducendo alla
superficialità l'insegnamento;

una scuola elementare al passo coi tempi deve
insegnare non soltanto italiano, storia, geografia e
matematica, ma anche inglese, musica, tecnologia,
arte e immagine, scienze, educazione fisica;
realizzare laboratori di teatro, di cinema,
eccetera, che non si può pensare vengano svolti da
un solo insegnante, se non con superficiale
approssimazione;

è impensabile immaginare di ripristinare una
scuola in bianco e nero con figure docenti
impoverite e generiche nelle loro competenze,
chiamate ad inseguire troppe forme del sapere;

il modello proposto dal Ministro Gelmini è un
atto di rinuncia alla modernità e ripiega su una
visione superata dell'istruzione;

è impensabile, inoltre, che si possa modificare,
in maniera improvvisata e per sole ragioni
finanziarie, un sistema che risponde con attenzione
ed equilibrio alle diverse esigenze della società
contemporanea, con pluralità di stimoli culturali;

RITENUTO, infine, che:

la scuola primaria del Ministro Gelmini è stata
disarticolata attraverso una gamma di opzioni orarie
che, a partire dalla priorità assegnata alle 24 ore,
rende del tutto virtuali le altre possibili scelte,
perché subordinate alla disponibilità di un
personale comunque drasticamente ridotto dal taglio
dell'organico operato;

detta scuola è più povera di risorse e non può
svolgere certo il ruolo fondamentale che deve avere
di ascensore sociale,

IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE

ad attivarsi con urgenza sulla 'questione scuola'
regionale, con azioni di contrasto alla manovra
statale, rappresentando al Governo nazionale la
necessità di assicurare anche in Sicilia una scuola
adeguata e funzionale, tenuto conto del contesto
scolastico siciliano, ove essa costituisce, più che
altrove, l'unica possibilità di acquisizione delle
prime regole del vivere insieme, oltre che un
fattore irrinunciabile di crescita e di riscatto per
le nuove generazioni;

a difendere le prerogative costituzionali e
statutarie attribuite alla Regione siciliana in
materia di scuola e diritto alla studio, affinché la
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e
le regioni si esprima negativamente sulle manovre
del Governo nazionale e non vengano intaccate le
competenze delle regioni e della nostra in
particolare;

a porre in essere tutte le necessarie iniziative
per impedire la distruzione di un sistema scolastico
che, in condizioni talvolta difficilissime, ha
consentito il progresso sociale e culturale della
nostra Regione;

ad intervenire, altresì, presso la deputazione
nazionale siciliana affinché si impegni a difendere
la scuola siciliana, consegnata a logiche di mercato
che cancellano, di fatto, il diritto alla scuola e
allo studio per tutti, scaricando sugli enti locali
l'onere maggiore di fornire risposte alle domande di
istruzione che provengono dal territorio,

IMPEGNA ALTRESI' IL GOVERNO DELLA REGIONE

a proporre ricorso alla Corte Costituzionale
contro il decreto Gelmini per la violazione delle
competenze statutarie della Sicilia

Unknown ha detto...

C'era una volta ... la scuola di Comitato per la scuola - genitori di Melegnano

C’era una volta…, e c’è tuttora (almeno per ora), la scuola pubblica.
E’ la scuola della progettualità, in cui l’intenzionalità pedagogica permea ogni intervento didattico.
E’ la scuola della conoscenza, dove l’apprendimento passa attraverso l’esperienza e la riflessione su di essa.
E’ la scuola come contesto in cui sviluppare il pensiero critico, ragionando sulla complessità delle proposte e delle offerte.
E’ la scuola dell’accoglienza, dove ogni bambino può sentirsi ben voluto.
E’ la scuola della socializzazione, dove l’incontro con l’altro e col diverso diventa risorsa per una crescita autentica.
E’ la scuola del tempo pieno, inteso non come mera custodia dei bambini in uno spazio garantito, bensì tempo dotato di senso, perché contenuto in un progetto educativo e didattico strutturato e condiviso.
E’ la scuola intesa come realizzazione della volontà democratica di offrire a ciascun bambino pari opportunità di crescita.

C’erano una volta…, e ci sono tuttora (ci si augura ancora per molto), le maestre.
Sono le professioniste della formazione, pronte a coniugare competenza con passione educativa.
Sono le esperte dei processi cognitivi sottostanti ogni percorso di insegnamento/apprendimento, continuamente capaci di adattare la propria didattica alle problematiche emergenti nella classe.
Sono coloro che corresponsabilmente e collegialmente si fanno carico di un progetto di formazione e di istruzione sui bambini loro affidati, esprimendo duttilità nei confronti di una richiesta sociale sempre più diversificata e complessa.

C’erano una volta…, e ci sono tuttora (ci si augura per sempre), le famiglie.
Sono le piccole comunità con cui la scuola si confronta quotidianamente per trovare indicatori comuni di crescita.
Sono coloro che affidano ai docenti i loro figli, fiduciosi che questi, attraverso la relazione educativa, possano un giorno diventare uomini, donne e cittadini di valore.
Sono persone che possono liberamente scegliere di credere al pluralismo, affrontando con coraggio le sfide della società complessa.

C’era una volta…, forse c’è ancora (!!!), un paese democratico.
Un paese in cui le riforme vengono discusse in Parlamento e con le parti sociali in causa prima di essere convertite in legge (?????).
Un paese che sostiene di voler aumentare la qualità dell’istruzione investendo in essa, perché proprio su di essa si gioca il futuro della società (?????).
Un paese in cui parlamentari e presidenti non dichiarano che “sarebbe dovere delle forze dell’ordine picchiare senza pietà i docenti mandandoli tutti all’ospedale”, perché ispirato ad una cultura di pace e di convivenza civile.

C’era una volta…..….ma ci potrà essere ancora tutto questo???
Sì, noi ci crediamo! Perché???
Perché siamo convinti che la scuola pubblica sia un bene di tutti.
Perché vogliamo continuare ad avere una scuola di base di qualità, che tanti al mondo ci invidiano, al di là del fango che si è cercato di buttarle addosso in questi ultimi mesi.
Perché siamo consapevoli della necessità di una riforma che tocchi principalmente gli aspetti più carenti dell’istruzione pubblica, in particolare quella secondaria: siamo, però, in egual misura convinti che per migliorare molte situazioni bisogna saper intervenire in modo mirato e non agire confusamente sull’intero sistema scolastico.
Perché crediamo nella professionalità dei nostri docenti.
Perché chi esprime un dissenso non debba essere considerato parte di una minoranza disinformata e strumentalizzata, ma persone che manifestano liberamente e pacificamente il loro pensiero.
Perché crediamo che le famiglie vogliano e debbano informarsi, a partire dai documenti che sono stati approvati e non sulla base degli slogan che i media continuano a propinarci da mesi.
Perché non crediamo al ripristino del mito retrò del maestro unico, che non ha molto di pedagogico, bensì risulta essere una scelta economica di ridimensionamento della spesa pubblica.
Perché come genitori siamo consapevoli che le ragioni dei problemi di convivenza tra giovanissimi che si rilevano oggi nelle nostre scuole sono da ricercarsi in un serio e sereno confronto con le famiglie, perché i fenomeni di bullismo si possono combattere con l’educazione e la prevenzione, non certo con la repressione e la delega.
Perché come cittadini crediamo nella democrazia e in una Repubblica che promuove l’istruzione come possibilità perché si realizzi l’uguaglianza tra gli individui.
Ecco perché noi crediamo nella scuola pubblica!
Ecco perché noi la difendiamo!


Il Comitato per la scuola - genitori di Melegnano