sabato 3 aprile 2010

LIBERA SCIENZA IN LIBERO STATO

La nota astrofisica Margherita Hack apre il suo libro "Libera scienza in libero stato" con una lunga citazione del famoso discorso di Pietro Calamandrei tenuto l'11 febbraio 1950 al Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale ( immaginate oggi un congresso analogo?).
Il discorso è stato più volte citato, in questi ultimi mesi, per la sua preveggenza nella questione relativa ai finanziamenti alla scuola privata da parte dello Stato.
Ci piace, cari amici del blog, citare qualche passo da quel discorso come riflessione pasquale e post-elettorale.La lettura del libro di Margherita Hack ci induce anche a riflettere su molte questioni, le riforme scolastiche, la riforma dell'università, la paura della scienza, lo Stato e la qualità della ricerca in Italia.
Dice Calamandrei:
"La scuola, come la vedo io, è un organo "costituzionale"....un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l'organismo costituzionale e l'organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue.
Lo stato deve costituire le sue scuole. Prima di tutto la scuola pubblica. Prima di esaltare la scuola privata bisogna parlare della scuola pubblica. La scuola pubblica è il prius, quella privata è il posterius.
La scuola è aperta a tutti. Lo stato deve quindi costituire scuole ottime per ospitare tutti.
Questo è scritto nell'articolo 33 della Costituzione. La scuola di stato, la scuola democratica, è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea nè cattolici, nè protestanti, nè marxisti. La scuola deve essere strumento di eguaglianza civica, di rispetto per le libertà di tutte le fedi e di tutte le opinioni....."
E prosegue Calamandrei:
"C'è il pericolo del disfacimento morale della scuola. Questo senso di sfiducia, di cinismo, più che di scetticismo che si va diffondendo nella scuola... è il tramonto di quelle idee della vecchia
scuola di Gaetano Salvemini, di Augusto Monti: la serietà, la precisione, l'onestà, la puntualità. Queste idee semplici. Il fare il proprio dovere, il fare lezione. E che la scuola sia una scuola del carattere, formatrice di coscienze, formatrice di persone oneste e leali. Si va diffondendo l'idea che tutto questo è superato, che non vale più.
Oggi valgono appoggi, raccomandazioni, tessere di partito..."

martedì 30 marzo 2010

Quello di oggi è un post difficile da scrivere.
Questo è un blog sulla scuola e quindi non tratta di politica. Dove politica si intende nel senso più particolare di rapporto coi partiti, perché di politica come "organizzazione della società" (ed è questa l'etimologia della parola), tutti i cittadini dovrebbero invece trattare.
E rispetto appunto all'organizzazione della società che a noi pare giusta, ai princìpi che secondo noi la dovrebbero informare, non è per noi un giorno felice perché indubbiamente dalle elezioni appena concluse escono vincitori proprio i partiti che rispetto alla scuola pubblica si sono posti in maniera ferocemente distruttiva.
E non pensiate che parlare di scuola sia riduttivo.
L'atteggiamento verso di essa è la cartina tornasole di un atteggiamento più generale, di un certo modo di intendere i rapporti tra le persone, il ruolo dello Stato, la Costituzione, la diversità, l'uguaglianza, e molto altro.
Quindi oggi noi siamo davvero avviliti.
Ma non molliamo e ci facciamo forza: ci sono anche altri milioni di italiani che vorrebbero respirare un'aria diversa, bisogna lavorarci ancora.

CHI LOTTA, PUÒ PERDERE. CHI NON LOTTA, HA GIÀ PERSO.