sabato 26 marzo 2011

Dalla rubrica "Buongiorno" di Massimo Gramellini, su La Stampa di oggi.

Come il Pangloss di Voltaire che tesseva l'elogio del terremoto di Lisbona coi parenti delle vittime, Roberto De Mattei ha spiegato dai microfoni di Radio Maria che lo tsunami giapponese " è stata un'esigenza della giustizia di Dio" e che "per i bimbi innocenti morti nella catastrofe accanto ai colpevoli" (ma colpevoli di che?) si è trattato di "un battesimo di sofferenza con cui Dio ha inteso purificare le loro anime".
Ora, Pangloss era un paradosso letterario, ma De Mattei esiste davvero ed è pure il vicepresidente del Cnr, tempio e motore della ricerca scientifica.
Ma in quale paese l'autore di simili affermazioni può restare ai vertici della ricerca finanziata con denaro pubblico, senza che si muova il governo o almeno la Croce Rossa? In Italia, naturalmente. Dove due anni fa lo stesso De Mattei organizzò, a spese del Cnr, un convegno contro Darwin.
Non resta che invocare l'intervento divino: un terremoto "ad personam" che gli sfili la poltrona da sotto il sedere.

domenica 20 marzo 2011

Storia di una manifestazione

Dalla manifestazione di sabato scorso è passata una settimana. Abbiamo deciso di postare questa cronistoria non per autocelebrarci ma per due motivi: darvi conto delle nostre fatiche e affermare ancora una volta che dare voce all'indignazione è doveroso e anche possibile, pure con i pochi mezzi che si hanno.
Riguardo al primo punto richiamiamo proprio la mancanza di visibilità di cui parlava Paola nella sua lettera nel post di qualche giorno fa: il Giornale di Vicenza, principale quotidiano locale, ha dedicato alla manifestazione due articoli: in uno non ha nemmeno menzionato i due comitati promotori, nell'altro ha graziosamente nominato l'Assemblea ma noi continuiamo a non esistere. Riguardo al secondo punto
questo è un momento in cui dobbiamo tutti, in qualità di cittadini responsabili, trasformare l’indignazione in consapevolezza e concretezza: con il nostro impegno, le nostre azioni quotidiane e la nostra passione, una alternativa è possibile.


Dal 2 al 12 marzo ci sono dieci giorni. A qualcuno potranno sembrare tanti, ma vi assicuriamo che passano in fretta. Noi, Salvalascuolapubblica e Assemblea Difesa scuola pubblica, appunto il 2 marzo ci siamo resi conto che a Vicenza, a differenza di quanto accadeva in moltissime altre città italiane, per il sabato 12 non era prevista alcuna iniziativa sulla Costituzione. Abbiamo pensato che non si poteva tacere, che questo vuoto andava riempito e riempito anche del contenuto sul quale da più di due anni ci spendiamo: la scuola pubblica statale, scuola che la Costituzione riconosce e tutela come diritto.

Il tempo era così poco che all'inizio siamo stati tentati dall'idea di un presidio, magari uno a Schio e uno a Vicenza.

Poi abbiamo deciso di gettare il cuore oltre l'ostacolo e la parola d'ordine, pronunciata con un certo timore, è stata: manifestazione! Sono stati dieci giorni di delirio: la CGIL ci aveva contattati dando la propria disponibilità all'organizzazione, e di fatto il loro contributo è stato prezioso. Ma abbiamo comunque dovuto stringere in poco più di una settimana un processo che avrebbe avuto bisogno di un mese di tempo. La scelta di cercare le adesioni degli altri sindacati, di partiti e associazioni e degli studenti è stata motivata da una considerazione: ciascuno ha le proprie specificità, il dialogo non è sempre facile e alcune scelte non sono condivise. Ma questo è un momento molto difficile per l'Italia, un momento in cui i valori democratici vengono attaccati pesantemente: ci è sembrato che dovessimo dire forte e chiaro tutti assieme - al di là dei percorsi diversi - che la Costituzione e la Scuola pubblica e statale sono un diritto, che lo Stato deve proteggerli e garantirne la realizzazione, che invece il Governo italiano sta attaccandoli e cercando di distruggerli.

Riunioni organizzative a Schio, a Vicenza, tutti assieme, per decidere la piazza, quanti interventi sarebbero stati opportuni, quali associazioni si potevano coinvolgere, come gestire la comunicazione. La chiusura delle scuole per Carnevale rendeva tutto più complicato e stringeva ancora di più i tempi utili. Davvero l'esito della cosa sembrava incerto.

Bepi De Marzi ci ha rincuorato: con tenacia e passione, pagando di persona, testimonia da una vita che un mondo diverso, più giusto e accogliente è possibile, e ci ha detto subito di sì. Lo stesso Legambiente, l'Arci che ha accettato di colorare col telone dell'Arciragazzi la presenza dei bambini, il Movimento di Cooperazione Educativa, l'ANPI, per noi particolarmente importante dato che è grazie alla sua lotta che la Costituzione ha potuto nascere. Avevamo concordato con partiti e sindacati di fare una manifestazione senza bandiere, ma le bandiere dell'ANPI sono la storia buona d'Italia, e averle davanti allo striscione iniziale è stato motivo di orgoglio. Trovare chi suonasse non è stato semplice con un preavviso così esiguo, ma alla fine anche questa è andata e i volantini, cambiati e integrati infinite volte, sono partiti e in qualche scuola si è riusciti a distribuirli a tutti i genitori. Intanto si andavano concretizzando gli interventi che cercavano di dare voce a tutte le componenti della scuola. Il cambio di percorso, suggerito dalla questura per venire incontro alle richieste dei commercianti, ci ha un po' scombinati ma non ha cambiato la sostanza della cosa. Ci sono stati la conferenza stampa, i vari comunicati stampa, il coinvolgimento dei media, tutto a tempo di record e con la fatica di mettere assieme questo alla cosiddetta “vita quotidiana”, in pratica andare a lavorare e mangiare un paio di volte al giorno.

Possiamo dire che ce l'abbiamo fatta: chi dice duemila, chi dice quattromila, ma insomma a Vicenza sabato c'era un bel po' di gente: colorata, festosa, con cartelli e strumenti. Ad ascoltare, a parlare, ad affermare “Io difendo la scuola pubblica. Io difendo la Costituzione”.

Con questo link potete vedere alcune foto. L'intervento di Bepi De Marzi verrà messo on line dall'Assemblea di Vicenza.