sabato 14 novembre 2009

Da Marghera ci arriva per conoscenza questa lettera. La pubblichiamo nel post, e non come allegato, perché sia a tutti di più facile e immediata lettura. Come vedete, ci sono molti modi per continuare a dire che quello che sta succedendo alla scuola non ci va bene. Questa lettera, e le osservazioni su Topo Gigio, si collega bene a quanto abbiamo detto sulle parole della Donazzan: per chi ci governa non conta più la realtà, conta solo la rappresentazione che ne viene data.

Al Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini

        Al Vice Ministro della Sanità Ferruccio Fazio

        Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

Al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Veneto Carmela Palumbo

All’Assessore all’Istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan

All’Assessore alle Politiche Educative del Comune di Venezia Anna Maria Giannuzzi Miraglia

Al Vicepresidente della Municipalità di Marghera Bruno Polesel

        E p.c.

Alla Redazione de La Nuova Venezia

Alla Redazione del Gazzettino

Alla Redazione del Corriere del Veneto

Gentilissimi,

siamo il Consiglio di Circolo della Direzione Didattica “Grimani” di Marghera – Venezia.

Sono ormai tre anni che operiamo e abbiamo vagliato e approvato i vari bilanci della scuola. Non ci sembra di essere una scuola “sprecona”:

  • siamo assolutamente in linea con il dimensionamento delle Istituzioni scolastiche (gli organici di fatto per il 2009/2010 indicano 949 iscritti, 197 nelle due scuole dell’infanzia e 752 nelle due scuole primarie) e con il dimensionamento dei singoli plessi (tutti i 4 plessi hanno oltre 50 iscritti);
  • abbiamo un numero di alunni per classe molto al di sopra dello standard nazionale (in media abbiamo 24,6 bambini per sezione nella scuola dell’infanzia e 23,5 alunni per classe nella primaria);
  • rispondiamo alle necessità di un territorio sempre più multietnico (quasi un bambino su quattro che frequenta le nostre scuole è straniero).
Eppure non siamo in grado di fornire ai nostri bambini le dotazioni di base per rispettare le più elementari regole per l’igiene personale. Sapone, salviette per asciugarsi le mani e a volte anche carta igienica per la scuola vengono regolarmente acquistate dai genitori che si autotassano, fanno la colletta per comperare questi prodotti che poi consegnano alle maestre per le necessità della classe. E’ diventata una prassi già da molti anni e non siamo un caso limite (il confronto con altre realtà ci indica che questa è assolutamente una regolarità, quantomeno per le scuole dell’infanzia e per quelle primarie).

Quest’anno scolastico si è aperto all’insegna dei timori per l’influenza pandemica da virus A/H1N1V; a fine agosto e inizi settembre stampa e televisione riportavano perfino ipotesi estreme di non apertura delle scuole. Poi sono arrivate le raccomandazioni del Ministero dell’Istruzione e della Salute cioè le misure igieniche e comportamentali da adottare a scuola. Le raccomandazioni recitano, tra le altre cose, “lavare regolarmente le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo aver tossito, starnutito e aver soffiato il naso”.

Ciò è stato oggetto di discussione all’interno del nostro Consiglio di Circolo: preventivi alla mano e analisi delle risorse ci dicono che l’Istituzione scolastica non è in grado di sostenere in modo adeguato tali misure igieniche:

  • non ci sono i fondi per acquistare il sapone e le salviette per asciugare le mani;
  • non è possibile far andare al bagno i bambini con tale frequenza (i tagli al personale previsti da quest’anno scolastico hanno portato ad una riduzione dei bidelli e alla cancellazione delle compresenze degli insegnanti; nei bagni e nei corridoi non c’è quindi una sufficiente sorveglianza).

Ci chiediamo come sia possibile definire tali raccomandazioni e indicare in premessa che sono “comportamenti che le scuole debbono osservare” senza prevedere risorse aggiuntive per la loro attuazione. Tutti ci accorgiamo di quanti denari si stanno impegnando per la prevenzione, la vaccinazione e l’informazione. Ci verrebbe da dire che forse un po’ meno di “topo gigio” in televisione e qualche soldino in più per l’attuazione di tali raccomandazioni non sarebbe una cattiva idea.

Crediamo che sia giusta ed essenziale la collaborazione tra famiglie e scuola. Possiamo anche discutere se, in periodi di bilanci risicati per tutti, le famiglie debbano in qualche misura contribuire anche a livello economico per ampliare la qualità dell’offerta formativa nelle nostre scuole (ad esempio per interventi di madrelingua inglese piuttosto che per uscite didattiche o progetti specifici); ma i livelli essenziali in una scuola pubblica andrebbero garantiti dai fondi pubblici.

Ringraziamo tutti i genitori della nostra scuola pubblica e di tutte le scuole pubbliche che ci tengono all’effettiva applicazione delle norme igieniche pagando di tasca loro; alle Amministrazioni e alla politica in genere chiediamo una seria riflessione sulla gestione delle risorse.

Cordiali saluti

Consiglio di Circolo

Direzione Didattica “Grimani”

Marghera – Venezia

Marghera-Venezia, 5 novembre 2009

giovedì 12 novembre 2009

Tutto va ben, Madama la Marchesa

Da più parti, in quest'Italia rassegnata al peggio e ormai abituata a digerire di tutto, si sente dire che dovremmo ritrovare la forza di indignarci.
Noi, personalmente, dobbiamo invece fare fatica per trovare la forza di restare calmi.
Come genitori e come insegnanti siamo immersi nella realtà, tutti i giorni vediamo e tocchiamo con mano la vita reale: la scuola, i bambini, quello che succede. Nell'ultimo anno continuamente abbiamo visto e sentito la realtà dei fatti stravolta e distorta nelle affermazioni dei politici dalle Tv e dai giornali, ormai diventati quasi tutti bottino di guerra. Eppure, nonostante questa terapia d'urto, ancora non ci siamo abituati. E quando leggiamo le parole dell'assessore Donazzan nell'articolo di ieri sul Giornale di Vicenza facciamo fatica a non bollire. Parlando della riforma delle superiori «Non sarà un passaggio traumatico - assicura l'assessore - come non c'è stata alcuna rivoluzione nella primaria, nel senso che le esigenze delle famiglie sono state recepite e soddisfatte, così sarà anche per le superiori, con il vantaggio che i percorsi saranno semplificati».
Noi sappiamo che la scuola primaria è stata più che rivoluzionata: con un colpo di mano si sono distrutte buone pratiche, costruite con fatica e col lavoro di anni; si sta negando a chi è in difficoltà la possibilità di venire seguito e aiutato; si sta violando il diritto di chi non fa religione cattolica ad avere un'alternativa degna; si stanno mettendo a repentaglio i progetti, e infatti molte scuole vi hanno rinunciato. Noi sappiamo quanto le esigenze delle famiglie sono state recepite e soddisfatte: il MIUR non ha neanche guardato le richieste fatte dai genitori, e alle prime sono state assegnate in maniera indifferenziata 27 ore anche quando ne avevano chiesto di più, tanto che in molte scuole si è dovuto ridurre l'orario e le famiglie devono pagare di tasca propria con doposcuola e cooperative se vogliono mantenere quello che prima avevano gratis. Ma per l'assessore Donazzan, evidentemente, questo non è un problema. Fa finta di non saperlo: Tutto va ben, Madama la Marchesa.
E per chi non sapesse cosa vuole dire, mettiamo qui sotto il link di questa canzone, godibile e sempre attuale. Se non sapete l'inglese nè il francese, le immagini sono comunque sufficientemente esplicative.
natoabivigliano.splinder.com/post/19907269/Tutto+va+ben,+Madama+la+Marche

mercoledì 11 novembre 2009

Per la manifestazione di sabato 14 a Vicenza, il ritrovo è alle 8,00 in stazione dei treni a Schio oppure alle 8,30 in stazione di treni a Vicenza.

lunedì 9 novembre 2009

Dal coordinamento studentesco di Schio

A tutti gli
studenti medi ed universitari,

ai genitori, al personale scolastico,

a tutti gli insegnanti che intendono difendere la scuola pubblica:

Sabato 14 Novembre torniamo in piazza a Vicenza per ribadire che

LA SCUOLA PUBBLICA NON SI TOCCA!

Gli effetti della riforma Gelmini cominciano a farsi sentire con tagli netti a personale, fondi e
attività scolastiche, che altro non sono che la minaccia al nostro diritto all’istruzione.

Dobbiamo ribadire che la scuola pubblica non è un’azienda, opponendoci al “progetto di legge” Aprea che vuole, ad esempio, introdurre nella scuola il consiglio di amministrazione aperto al mondo imprenditoriale; e al processo di mercificazione del sapere.

Il diritto di manifestare, inoltre, non può essere messo in dubbio
dai presidi, gli studenti devono essere liberi di manifestare il loro
dissenso riguardo lo sviluppo di un sistema scolastico che non
rispecchia i reali obbiettivi formativi che la scuola dovrebbe
garantire.

Proponiamo quindi la costruzione di una giornata di mobilitazione per sabato 14 Novembre con una grande manifestazione provinciale del mondo della scuola a Vicenza.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

PER LA LIBERTA' DI MANIFESTARE

PER IL DIRITTO ALL'ISTRUZIONE

CONTRO I TAGLI ALLA SCUOLA PUBBLICA