Al Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini
Al Vice Ministro della Sanità Ferruccio Fazio
Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
Al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Veneto Carmela Palumbo
All’
All’
Al Vicepresidente della Municipalità di Marghera Bruno Polesel
E p.c.
Alla Redazione de La Nuova Venezia
Alla Redazione del Gazzettino
Alla Redazione del Corriere del Veneto
Gentilissimi,
siamo il Consiglio di Circolo della Direzione Didattica “Grimani” di Marghera – Venezia.
Sono ormai tre anni che operiamo e abbiamo vagliato e approvato i vari bilanci della scuola. Non ci sembra di essere una scuola “sprecona”:
- siamo assolutamente in linea con il dimensionamento delle Istituzioni scolastiche (gli organici di fatto per il 2009/2010 indicano 949 iscritti, 197 nelle due scuole dell’infanzia e 752 nelle due scuole primarie) e con il dimensionamento dei singoli plessi (tutti i 4 plessi hanno oltre 50 iscritti);
- abbiamo un numero di alunni per classe molto al di sopra dello standard nazionale (in media abbiamo 24,6 bambini per sezione nella scuola dell’infanzia e 23,5 alunni per classe nella primaria);
- rispondiamo alle necessità di un territorio sempre più multietnico (quasi un bambino su quattro che frequenta le nostre scuole è straniero).
Quest’anno scolastico si è aperto all’insegna dei timori per l’influenza pandemica da virus A/H1N1V; a fine agosto e inizi settembre stampa e televisione riportavano perfino ipotesi estreme di non apertura delle scuole. Poi sono arrivate le raccomandazioni del Ministero dell’Istruzione e della Salute cioè le misure igieniche e comportamentali da adottare a scuola. Le raccomandazioni recitano, tra le altre cose, “lavare regolarmente le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo aver tossito, starnutito e aver soffiato il naso”.
Ciò è stato oggetto di discussione all’interno del nostro Consiglio di Circolo: preventivi alla mano e analisi delle risorse ci dicono che l’Istituzione scolastica non è in grado di sostenere in modo adeguato tali misure igieniche:
- non ci sono i fondi per acquistare il sapone e le salviette per asciugare le mani;
- non è possibile far andare al bagno i bambini con tale frequenza (i tagli al personale previsti da quest’anno scolastico hanno portato ad una riduzione dei bidelli e alla cancellazione delle compresenze degli insegnanti; nei bagni e nei corridoi non c’è quindi una sufficiente sorveglianza).
Ci chiediamo come sia possibile definire tali raccomandazioni e indicare in premessa che sono “comportamenti che le scuole debbono osservare” senza prevedere risorse aggiuntive per la loro attuazione. Tutti ci accorgiamo di quanti denari si stanno impegnando per la prevenzione, la vaccinazione e l’informazione. Ci verrebbe da dire che forse un po’ meno di “topo gigio” in televisione e qualche soldino in più per l’attuazione di tali raccomandazioni non sarebbe una cattiva idea.
Crediamo che sia giusta ed essenziale la collaborazione tra famiglie e scuola. Possiamo anche discutere se, in periodi di bilanci risicati per tutti, le famiglie debbano in qualche misura contribuire anche a livello economico per ampliare la qualità dell’offerta formativa nelle nostre scuole (ad esempio per interventi di madrelingua inglese piuttosto che per uscite didattiche o progetti specifici); ma i livelli essenziali in una scuola pubblica andrebbero garantiti dai fondi pubblici.
Ringraziamo tutti i genitori della nostra scuola pubblica e di tutte le scuole pubbliche che ci tengono all’effettiva applicazione delle norme igieniche pagando di tasca loro; alle Amministrazioni e alla politica in genere chiediamo una seria riflessione sulla gestione delle risorse.
Cordiali saluti
Marghera-Venezia, 5 novembre 2009
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