mercoledì 7 dicembre 2011

Le maestre dopo Gelmini e dopo Monti

Le maestre della scuola primaria hanno subito in poco tempo dei pesantissimi aggravi per quanto riguarda i carichi di lavoro:

punto elenco

aumento delle materie da insegnare, quindi più tempo per preparare le lezioni e per correggere quanto prodotto quotidianamente dagli alunni;

punto elenco

tutte le ore sono diventate frontali con tutta la classe;

punto elenco

eliminazione delle compresenze, quindi niente più attività laboratoriali per piccoli gruppi e niente più lavoro individualizzato per gli alunni in difficoltà;

punto elenco

riduzione del sostegno all’handicap, quindi ricaduta del lavoro sull’insegnante di classe;

punto elenco

aumenti del numero di alunni per classe;

punto elenco

introduzione obbligatoria dei protocolli per gli alunni con DSA;

punto elenco

progressiva eliminazione dell’insegnante specialista di lingua inglese, quindi l’insegnante di classe deve prepararsi anche in questa importante materia.


In questo quadro bisogna anche collocare i sempre più difficili rapporti con le famiglie che pensano che la scuola debba avere un rapporto individuale con i loro figli, non più un rapporto contestuale di gruppo. Sempre più spesso si ha notizia di insegnanti aggrediti verbalmente o addirittura picchiati dai genitori o denunciati per fatti o parole che un tempo si ritenevano invece atti di buona prassi educativa.

Ora, come se già non fosse abbastanza, si chiede alle maestre sessantenni di continuare a lavorare in queste condizioni, dopo aver istruito ed educato per 40 anni, profondendo nel loro lavoro anche più del dovuto, generazioni di Italiani. Si dovrebbe anche tener presente che molte non sono in condizioni di salute ottimali: nel loro percorso lavorativo hanno contratto malattie dovute allo stretto contatto con tanti bambini e all’usura della voce, ma lo Stato ,molto ingiustamente, riconosce la causa di servizio solo se si manifestano noduli non guaribili alle corde vocali.

Ci portano sempre a riferimento l’estero, ma all’estero gli insegnanti non stanno in classe per così tanti anni, siamo gli insegnanti più vecchi del mondo. Gli altri stati rispettano i loro insegnanti e soprattutto sanno che i loro piccoli cittadini hanno bisogno di persone efficienti e in grado di dare il massimo di se stesse.

5 dicembre 2011
(dal sito della Gilda di Venezia)

domenica 4 dicembre 2011

Diamo i numeri?
  • 1900 miliardi di euro sono il debito pubblico dell'Italia
  • 80 miliardi di euro sono gli interessi annui che questo debito ci costa
  • 27 miliardi di euro sono le spese militari italiane per il 2010
  • 17 miliardi di euro pare sia il costo per alcuni cacciabombardieri F 35
  • 23 miliardi di euro corrispondono al valore della "manovra" che sta per essere partorita
  • 5 milioni e più sono gli euro che pagheremo al signor Guarguaglini, presidente di Finmeccanica come buonuscita......
E poi qualcuno dice che i numeri sono aridi!