domenica 9 novembre 2008

E' domenica, non si lavora

E c'è anche uno sguincio di sole. Andate in montagna a respirare un po' di aria buona per disintossicarvi dalla Gelmini, da Tremonti, da Brunetta, da...

1 commento:

Unknown ha detto...

ieri erano in piazza anche loro: i giovani il nostro futuro.
La fatica per loro è doppia perchè bisogna organizzarsi da soli contro presidi, prof e compagni di classe che non vedono più in là del loro naso. ma ci sono riusciti:lezione in piazza grazie a quei prof che hanno rinunciato alla loro giornata libera per spiegare la Costituzione, la storia della scuola e scienze. voglio dire grazie ad ognuno di loro perchè ci fanno capire che è giusto e ha ancora senso lottare perchè la nuova generazione sia GRANDE: se lo meritano.
allego l'articolo de Il giornale di Vicenza di oggi






SCUOLE. Poco più di 500 in strada e dopo la sfilata molti sono rientrati in classe

Studenti in corteo contro la riforma
"no alle classi differenziate per le persone abbronzate" lo slogan degli studenti


bambini della primaria in strada ad applaudire

Luca Ruaro Studenti delle scuole superiori scledensi protestano contro i tagli alla scuola previsti dal decreto Gelmini ma alcuni istituti non autorizzano lo sciopero. Erano circa 500 i ragazzi delle scuole che ieri mattina si sono ritrovati in Piazzale Summano e da lì hanno proseguito a piedi fino Piazza Falcone e Borsellino, passando per via 29 Aprile, via Martiri della Libertà, Porta Venezia, via Baccarini e via Maraschin. Il corteo, guidato dai rappresentati d’istituto degli istituti cittadini e da alcuni studenti universitari di appoggio, è andato avanti a ritmo di musica e cori contro i ministri e slogan per la salvaguardia della scuola, controllato a vista dalle forze dell’ordine. Dopo aver salutato i bambini della scuola primaria di via Maraschin (la scuola primaria è la più bersagliata dalla riforma), che per l’occasione sono usciti con le maestre per salutare il corteo, la manifestazione si è fermata davanti al liceo artistico (uno dei più rappresentati) polemizzando con i professori e invitandoli a far uscire le classi rimaste a scuola. Il corteo è terminato quindi in Piazza Falcone e Borsellino dove i rappresentanti hanno montato un palco nella zona di Palazzo Fogazzaro e hanno invitato i professori presenti a tenere delle lezioni all’aperto, sul modello di quelle che i docenti universitari stanno tenendo nelle piazze padovane. Da segnalare che la scarsa affluenza alla manifestazione è dipesa anche dal fatto che alcuni istituti cittadini non hanno autorizzato gli studenti a partecipare al corteo, con la motivazione che la partecipazione ad una manifestazione non rientra nel regolamento dell’istituto. Al liceo scientifico Tron, per esempio, i 250 ragazzi che hanno manifestato o sono rientrati a scuola entro le 9 e 30 o domani mattina dovranno portare la giustificazione. Ecco come la pensano i diretti interessanti. Secondo Stefano Minore, «questa riforma è proprio una mazzata per la scuola italiana, però sono sempre troppo pochi i ragazzi che se ne rendono conto». Piera Guiotto, rappresentante dello Zanella, ci tiene a far capire che questa è una manifestazione apartitica:«Qui rappresentiamo la scuola libera, però in un certo senso facciamo anche politica, l’importante è che i giovani capiscano che futuro rischiano di avere». Matteo Stella punta il dito sulla democrazia:«Siamo in un paese democratico, e questo dovrebbe consentirci di assistere e fare dibattiti pubblici sul tema scuola, putroppo questo succede assai poco». Roberto Dal Pozzolo e Giulia Sartori sperano che la scuola venga protetta di più: «Tutti devono capire che la scuola è l’agenzia di socializzazione e formazione più importante per la crescita di un individuo, non deve essere trattata solo come un posto in cui far quadrare un bilancio». Silvana Spessot, rappresentante sindacale ed insegnante di Scienze al liceo Tron, è d’accordo su questo tipo di manifestazioni: «È giusto che gli studenti si ritrovino nelle piazze, in altri momenti storici hanno avuto ampio riscontro: la scuola è un bene di tutti»


buon lavoro a tutti
paola moro