lunedì 11 gennaio 2010

In riferimento al dibattito "tetto sì, tetto no", postiamo un articolo di Tuttoscuola News di oggi. In esso si sottolinea l'importanza della scuola, e quindi anche della socializzazione, per l'apprendimento della lingua. E' abbastanza evidente che si tratta di un circolo virtuoso: sto assieme a compagni italiani e gioco con loro: in questo modo imparo la lingua. Imparo l'italiano e quindi sono maggiormente in grado di rapportarmi agli altri. Tuttoscuola parla di inserimento precoce e di tempo pieno e ricorda il problema dei costi della mensa, invocando un sostegno da parte dell'Ente locale. Diciamo pure che siamo d'accordo, ma non possiamo non porci qualche interrogativo:
  • il ministro Gelmini dice di perseguire l'integrazione e il rafforzamento linguistico: perché allora sta azzerando le ore di compresenza che rendevano possibili - tra le molte altre cose - gli interventi di alfabetizzazione?
  • per permettere la frequenza alla mensa da parte degli alunni le cui famiglie sono in situazione economica difficile dovrebbe intervenire l'Ente locale: ma come può fare, se i trasferimenti statali ai comuni continuano a diminuire e le richieste al contrario - anche per supplire alla riduzione del servizio che le misure di Gelmini e Tremnti hanno causato - continuano ad aumentare?
  • Tuttoscuola mostra di apprezzare un tempo scuola lungo: evidentemente pensa che la scuola, fatta bene, faccia bene. Perché allora la riduzione degli organici ha comportato quasi dappertutto una riduzione del tempo scuola, e peggio accadrà l'anno prossimo dove quasi sicuramente verranno di nuovo assegnati organici solo per prime a 27 ore?
Evangelicamente, l'albero si riconosce dai suoi frutti: più che limitarsi a enunciare l'integrazione come obiettivo, varrebbe la pena di fare concretamente quello che l'integrazione rende possibile.

La vera integrazione? Con inserimento precoce e tempo pieno


L’introduzione del tetto del 30% di alunni stranieri ha come obiettivo principale, lo ha detto esplicitamente il ministro Gelmini, l’integrazione e, in subordine, il rafforzamento linguistico.

Integrazione e conoscenza della lingua italiana vanno di pari passo e, anzi, la seconda è addirittura funzionale alla prima. Il senso sarebbe: se capisci e parli la lingua italiana, non vieni emarginato e sei posto nelle stesse condizioni degli altri per apprendere.

Ma è sufficiente fissare un tetto? Se integrazione e acquisizione sicura della nostra lingua costituiscono l’obiettivo primario dell’azione ministeriale, non vi è dubbio che diventa strategica la scelta di inserire precocemente i bambini stranieri nel nostro sistema scolastico e di favorire un lungo tempo della loro presenza a scuola insieme agli altri alunni italiani.

Scuola dell’infanzia e tempo pieno nella primaria costituiscono l’occasione migliore per questi inserimenti precoci e intensivi.

In molte scuole dell’infanzia del nord, dove sono numerosi i bambini stranieri, capita spesso che la loro presenza a scuola si limiti alla sola fascia del mattino per evitare i costi della mensa scolastica. È una limitazione contro la quale, oltre ad un’opera di convincimento da parte delle scuole, servirebbe anche un intervento dell’Ente locale per ridurre al massimo i costi di fruizione del servizio.

Analogamente nella scuola primaria occorrerebbe favorire l’iscrizione al tempo pieno, contenendo, anche in questo caso, i costi del servizio di mensa. Tempo pieno che va rafforzato, del resto, per soddisfare anche la domanda delle famiglie italiane.

L’integrazione effettiva, contro forme di emarginazione e ghettizzazione, passa anche attraverso queste strategie di inserimento scolastico, con coraggiose scelte verso gli stranieri.

Può rappresentare un investimento per il futuro.

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