martedì 4 agosto 2009

In questi mesi l'abbiamo detto molte volte: ognuno di noi si è battuto (termine guerresco, ma di una guerra si tratta, con saccheggi e ridistribuzione del bottino) a livello locale, ma tentando di condividere una strategia a livello globale. In questo senso, la possibilità di accedere a informazioni, di scambiarsi idee, di pensare ad azioni comuni anche se si era in territori diversi è stata vitale. E non sono casuali i tentativi istituzionali di imbavagliare la rete perché essa davvero contiene un potenziale di democraticità e di mobilitazione alla portata di tutti impensabile in tempi passati e sicuramente fastidioso per chi, oltre al maestro unico, vorrebbe il Pensiero Unico e l'Informazione Unica.
Siamo stati più volte grati, tra gli altri, al Tavolo regionale per la difesa della scuola statale di Firenze: in questi mesi, esso è stato in prima linea nell'inviare documenti, nel mettere a disposizione analisi, nel proporre azioni di resistenza. Ed è stato parte attiva nei ricorsi fin qui presentati contro i provvedimenti della Gelmini. Ben sappiamo che, nonostante le gravi illegittimità dell'iter legislativo (mancanza di piano programmatico, non rispetto dei tempi per l'adozione dei regolamenti, inefficacia giuridica del D.I. sulla determinazione degli organici) il Governo prima e la Corte Costituzionale poi hanno sanato a posteriori le cose, dando copertura alla Ministra, ma comunque è stato ed è giusto opporsi a ciò che, oltre ad essere distruttivo per la scuola pubblica nel merito, è anche illegittimo e scorretto nel metodo.
E' questo il motivo per cui abbiamo inviato al Tavolo un contributo di 500 euro perché possano far fronte alle spese che hanno sostenuto. Non è solo un aiuto economico, è anche un modo per dire che il loro lavoro è importante per tutti noi.
Ci siamo indirizzati al Tavolo per il ruolo che hanno avuto a livello nazionale, ma molte sono le realtà, vivaci e resistenti, a cui siamo grati.
Proprio perché fare rete è essenziale, è arrivata la proposta di istituire tavoli regionale per formare un coordinamento nazionale a rete. In Veneto già avevamo lavorato in questo senso con i Comitati Buona Scuola, e pensiamo di andare avanti su questa strada.
E' una battaglia di resistenza democratica e noi siamo costretti a combattere ad armi impari. Però impariamo dalle formiche a unire le forze, e siamo formiche piuttosto tenaci.

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