domenica 21 giugno 2009

Firmate, firmate, firmate

Domani alle 15 tre maestre di Longhena si presenteranno davanti al Consiglio di Disciplina presso l'Ufficio Scolastico Provinciale di Bologna.
Qual è la loro colpa?
Le colpe sono due, e pensiamo che la Gelmini ce l'abbia soprattutto con la seconda.
Per prima cosa, nel caos che regnava a febbraio nelle scuole (ricordate? ordini e contrordini, si leggeva nei giornali cosa la Ministra avesse deciso per la valutazione, e due giorni dopo lei si presentava in TV e diceva una cosa diversa), il loro collegio docenti ha deciso che la valutazione era una cosa abbastanza seria, e che forse i bambini meritavano che andasse meditata come si deve. Hanno perciò deliberato di usare ancora, per il primo quadrimestre, i giudizi. Nel frattempo sarebbero (forse) stati emanati i criteri per un'applicazione uniforme della disciplina. Hanno anche chiesto alla Dirigente di organizzare un corso sulla valutazione, in modo da chiarirsi le idee. Ma su questo non hanno avuto risposta: di questi tempi non è importante tanto pensare e capire, quanto eseguire prontamente. Qualche ora prima degli scrutini arriva un ordine di servizio che obbliga gli insegnanti a usare il voto in decimi imposto dalla legge 169/08. Convinti che la valutazione numerica sia più centrata sulla stratificazione, sull'idea di graduatoria e di conseguenza sul posto in essa occupato che non sul percorso di apprendimento, 27 insegnanti mettono 10 a tutti i bambini affiancando il voto con un giudizio e facendo il punto, durante i colloqui individuali con i genitori, sulla situazione di ciascun alunno.
Ma questo è niente.
Tre maestre dicono quello che pensano e, durante le assemblee e interpellate dai giornalisti, spiegano i motivi per i quali sono convinte che non sia opportuno usare i voti con i bambini della primaria.
Se non sbagliamo, la Ministra ha a disposizione tutte le TV e, sempre se non sbagliamo, le utilizza assiduamente, per spargere il Suo Verbo e per spiegare all'Italia tutta quanto bene sta facendo alla scuola, ma che tre maestre si permettano di dire la loro in un'assemblea di genitori è davvero troppo.
Seguendo il famoso principio "punirne uno per educarne cento", la Gelmini invoca sanzioni.
Eppure qualcosa di scuola quelle maestre dovrebbero saperne, sennò non si capisce come mai Longhena sia una scuola molto amata, come mai abbia addirittura una lista d'attesa di bambini che vorrebbero entrarci, e perché i genitori degli alunni della scuola siano solidali con le maestre.
Ma esse hanno mancato al "dovere di lealtà nei confronti dell'Istituzione".
Forse hanno creduto che la lealtà fosse dovuta prima di tutto al proprio compito di insegnanti, al mandato che i genitori ti danno quando ti affidano il loro figlio, e sperano che tu faccia per lui il meglio.
In un documento di sostegno alle maestre, i genitori di Longhena dicono: "Vorremmo non sommessamente ricordare alla Ministra che va fiera di aver introdotto (?) nelle scuole lo studio della “Cittadinanza e della Costituzione”, che all’atto del suo insediamento ha giurato fedeltà e lealtà alla Costituzione, che all’art. 21 recita: 'Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione'."

Mettiamo qui sotto due link: il primo riporta tutto l'iter della questione e i vari documenti relativi. Il secondo serve per firmare una petizione di sostegno alle maestre di Longhena.
www.comune.bologna.it/iperbole/coscost/Bologna_no_Gelmini/10_pagella/10.htm
http://firmiamo.it/solidarieta-a-longhena

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