domenica 28 agosto 2011

STA PER SUONARE LA CAMPANELLA CHE DARA' INIZIO AD UN NUOVO ANNO SCOLASTICO e ci sembra doveroso ricordare che l'età media degli insegnanti sta inesorabilmente aumentando. Non molti anni fa, chi andava in pensione con 40 anni di servizio veniva guardato con ammirazione. Oggi rischia di passare per uno sfruttatore della collettività e quindi viene giustamente punito da una classe politica che si ritiene inattaccabile.

La Repubblica - 21 agosto 2011 -
NOI INSEGNANTI E IL MIRAGGIO DELLA PENSIONE


VORREI esprimere tutta la rabbia che sono certa di condividere con centinaia di colleghi nella mia stessa situazione. Insegno in una scuola dell'infanzia statale e nel settembre 2013 sarei dovuta andare in pensione. Dopo il blocco del contratto e dello stipendio, con la nuova manovra dovrò lavorare un altro anno. Vorrei far presente che il lavoro nella scuola dell'infanzia è, per quanto bello e gratificante, molto faticoso e usurante e a sessant'anni diventa quasi insostenibile; si dovrebbe, per questo motivo, dare spazio ai giovani. Per ovviare ai tagli siamo spesso costretti ad effettuare ore di servizio in più che non ci vengono riconosciute e negli ultimi tempi l'entusiasmo e la voglia di continuare a dare il massimo si sta parecchio affievolendo.

Maria Chiara Bartoli
Mc.bartoli@tiscali.it


Sono un'insegnante e questo sarebbe stato l'ultimo anno di lavoro; d'improvviso due manovre finanziarie hanno aumentato di quindici mesi l'anzianità pensionistica, cosa che per me, avendo gli insegnanti una sola finestra a settembre, significa due anni in più di lavoro. Aggiungo che il Tfr mi sarà dato con due anni di ritardo, che la tredicesima non è sicura e che il mio contratto è fermo per sei anni, scatti di anzianità compresi. Dopo aver sempre lavorato e mai evaso le tasse, qualche progetto al pensiero della pensione così vicina io e la mia famiglia l'avevamo fatto. Intanto, grazie anche a queste due manovre, i precari e i giovani in generale possono continuare a vivere (o morire) d'aria e di speranza.

Aurora Casero
caseroaurora@libero.it


Lavoro come insegnante nella scuola dell'infanzia a Modena e il prossimo sarà il mio quarantesimo anno di insegnamento. A luglio compirò sessant'anni e, prima che questa nuova e disastrosa Finanziaria me ne bloccasse la possibilità, sarei finalmente riuscita ad andare in pensione. Insegnare e lavorare con i bambini dai tre ai cinque anni è un lavoro bellissimo e pieno di gratificazioni, che ho sempre svolto con passione. Tuttavia si tratta anche di un mestiere molto faticoso e, dopo quarant'anni di servizio, credo sia arrivato il momento di lasciare spazio ai più giovani, perché anche loro possano provare le stesse mie soddisfazioni in tutti questi anni bellissimi. Il governo ci sta chiedendo il durissimo sacrificio di continuare a lavorare, a discapito dei giovani.

Marinella Menziani
Modena

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