- il ministro Gelmini dice di perseguire l'integrazione e il rafforzamento linguistico: perché allora sta azzerando le ore di compresenza che rendevano possibili - tra le molte altre cose - gli interventi di alfabetizzazione?
- per permettere la frequenza alla mensa da parte degli alunni le cui famiglie sono in situazione economica difficile dovrebbe intervenire l'Ente locale: ma come può fare, se i trasferimenti statali ai comuni continuano a diminuire e le richieste al contrario - anche per supplire alla riduzione del servizio che le misure di Gelmini e Tremnti hanno causato - continuano ad aumentare?
- Tuttoscuola mostra di apprezzare un tempo scuola lungo: evidentemente pensa che la scuola, fatta bene, faccia bene. Perché allora la riduzione degli organici ha comportato quasi dappertutto una riduzione del tempo scuola, e peggio accadrà l'anno prossimo dove quasi sicuramente verranno di nuovo assegnati organici solo per prime a 27 ore?
La vera integrazione? Con inserimento precoce e tempo pieno
L’introduzione del tetto del 30% di alunni stranieri ha come obiettivo principale, lo ha detto esplicitamente il ministro Gelmini, l’integrazione e, in subordine, il rafforzamento linguistico.
Integrazione e conoscenza della lingua italiana vanno di pari passo e, anzi, la seconda è addirittura funzionale alla prima. Il senso sarebbe: se capisci e parli la lingua italiana, non vieni emarginato e sei posto nelle stesse condizioni degli altri per apprendere.
Ma è sufficiente fissare un tetto? Se integrazione e acquisizione sicura della nostra lingua costituiscono l’obiettivo primario dell’azione ministeriale, non vi è dubbio che diventa strategica la scelta di inserire precocemente i bambini stranieri nel nostro sistema scolastico e di favorire un lungo tempo della loro presenza a scuola insieme agli altri alunni italiani.
Scuola dell’infanzia e tempo pieno nella primaria costituiscono l’occasione migliore per questi inserimenti precoci e intensivi.
In molte scuole dell’infanzia del nord, dove sono numerosi i bambini stranieri, capita spesso che la loro presenza a scuola si limiti alla sola fascia del mattino per evitare i costi della mensa scolastica. È una limitazione contro la quale, oltre ad un’opera di convincimento da parte delle scuole, servirebbe anche un intervento dell’Ente locale per ridurre al massimo i costi di fruizione del servizio.
Analogamente nella scuola primaria occorrerebbe favorire l’iscrizione al tempo pieno, contenendo, anche in questo caso, i costi del servizio di mensa. Tempo pieno che va rafforzato, del resto, per soddisfare anche la domanda delle famiglie italiane.
L’integrazione effettiva, contro forme di emarginazione e ghettizzazione, passa anche attraverso queste strategie di inserimento scolastico, con coraggiose scelte verso gli stranieri.
Può rappresentare un investimento per il futuro.
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