giovedì 3 dicembre 2009

Pubblichiamo il comunicato stampa che il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza ha emanato. In esso esprime dissenso nei confronti dell'iniziativa "Incontro" fiera sul lavoro , formazione e orientamento che si sta svolgendo alla fiera di Vicenza. Oggi sono stati presenti in fiera con i volantini e hanno inoltrato il comunicato stampa a tutte le testate giornalistiche locali con l'invito ad essere pubblicati.

Il Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica di Vicenza esprime la propria indignazione per l'ennesima buffonata creata e organizzata ad hoc dalle aziende di Confindustria, dalle grandi banche, dagli atenei universitari e dalle agenzie interinali che sono presenti in questi due giorni alla Fiera di Vicenza con l’appoggio di Provincia e Regione (in particolare gli assessori Martini e Donazzan).

La crisi ha reso palese che le risorse ci sono quando si tratta di foraggiare le grandi banche e le imprese dei padroni. Noi la crisi non la vogliamo più pagare, perché abbiamo pagato fin troppo. Perché è una crisi strutturale dei meccanismi del capitalismo. Che comincino a pagare i padroni con le loro imprese, le banche e i grandi capitali finanziari; che comincino a restituire il maltolto accumulato negli ultimi anni, con gli interessi! L’hanno creata loro la crisi, non noi.

Oggi tutti noi studenti siamo precari in formazione, perché la scuola non ci offre nessuna futura garanzia lavorativa. Dopo anni di studi ci aspetta un futuro da precari!

Alla Fiera “Incontro” - organizzata da Provincia di Vicenza e Regione Veneto - sono presenti con un sorriso le stesse grandi banche, le stesse aziende e le stesse agenzie interinali che stanno “precarizzando” le nostre vite; tutti questi bei personaggi che non potranno far altro che proporci un futuro da precari.

Tra gli espositori alla fiera troviamo anche i commilitoni delle truppe imperialiste che stanno occupando l’Afghanistan. La guerra in Afghanistan ha provocato la morte di oltre 40 mila vittime, in particolar modo civili inermi. La spedizione militare è costata ai lavoratori italiani (in termini di contributi) oltre due miliardi e mezzo di euro e nel 2010 sono previste spese militari per 23,5 miliardi di euro, cifra che equivale all’1,5% del Pil, tutti investimenti sottratti all’istruzione pubblica.

In questo “Incontro” si nasconde ciò che è il mondo reale e ci vengono raccontare finte storielle sulle grandi opportunità che ci aspettano quando il presente e il futuro sono fatti di: tagli alle scuole per 8 miliardi di euro, precarietà per noi e per migliaia di lavoratori della conoscenza, licenziamenti di decine di migliaia di persone in tutte le aziende ma in particolare più di 150mila posti in meno tra insegnati e personale ATA.

Noi non ci rassegniamo a vedere calpestati i nostri diritti e il nostro futuro: vogliamo una scuola di qualità e non essere schiavi di nessun padrone; vogliamo che il diritto allo studio sia realmente garantito attraverso l’accesso libero, senza numero chiuso o programmato all’università, la riduzione dei costi dei libri, delle tasse e degli affitti per gli alloggi.

Riteniamo che debbano essere abrogate le leggi Gelmini ed Aprea e ripristinati i fondi tagliati. Chiediamo che vengano reintegrati tutti gli insegnanti precari e i lavoratori ATA che non si sono visti rinnovare il contratto.

RIVENDICHIAMO una scuola e un’università PUBBLICA, LAICA, GRATUITA E DI MASSA, finanziata soprattutto con i soldi che ora vanno alle scuole private e alle spese militari.


Vicenza , giovedì 3 dicembre 2009

Collettivo Studenti per la Scuola Pubblica

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