Sicuramente sì, non solo perché come genitori e insegnanti ben sappiamo che anche rispetto ai problemi della scuola nell'ultimo anno la stampa e la TV sono stati usati come mezzi di imbonimento e di propaganda governativa, ma anche perché la libertà d'informazione è uno degli indicatori della democrazia. Quindi è un problema di tutti noi.
Facciamo quindi girare un'iniziativa che ci hanno proposto: questa sera, dalle 21 alle 23, spegnete Porta a Porta (sempre ammesso che qualcuno lo guardasse) ed accendete una candela per la libertà e il pluralismo dell'informazione.
Riportiamo anche un brano dell'articolo di Curzio Maltese sulla Repubblica di oggi e vi rimandiamo all'intero suo scritto se volete capire meglio la relazione tra l'iniziativa e la trasmissione.
"Le denunce e le minacce contro Repubblica e Unità e perfino la stampa estera, il pestaggio mediatico di questo o quel giornalista, gli avvertimenti mafiosi a questo o quel conduttore perché si pieghino alle censure o dicano addio ai loro programmi, questi sono i metodi. Non si può neppure dire che si tratti di una trama occulta. Gli obiettivi sono palesi, dichiarati, in qualche caso rivendicati. Berlusconi sta usando tutto il suo potere di premier, primo editore e uomo più ricco d'Italia, per strangolare economicamente la stampa d'opposizione, epurare i pochi programmi d'informazione degna di un servizio pubblico, a cominciare da Annozero di Santoro, Report di Gabanelli e Che tempo che fa di Fazio, infine destituire l'unico direttore di rete televisiva, Paolo Ruffini di RaiTre, che non obbedisce agli ordini"
Vi riportiamo anche una notizia dell'Ansa che ci riguarda:
SCUOLA, BINDI: NON SONO CASERME, NO ALLE MINACCE
«Le scuole italiane non sono caserme come al tempo del fascismo e il ministro non può minacciare nessuno. Il maestro unico era o no una libera scelta delle famiglie? La Gelmini cerchi di capire perché la stragrande maggioranza ha scartato questa possibilità, scegliendo il modulo o il tempo pieno, senza attribuire agli insegnati e ai dirigenti scolastici la colpa del caos in cui si trovano migliaia di istituti». Lo dice Rosy Bindi (Pd) replicando al ministro.
«La verità - aggiunge - è che la pseudoriforma della destra è stata un trucco per ridurre l'offerta formativa, coprire pesanti tagli al personale e azzerare l'autonomia scolastica. Il fallimento del governo è sotto gli occhi di tutti. Ed è penoso sentire un ministro che nel primo giorno di scuola anziché spiegare a famiglie e docenti come intende assicurare un sereno anno scolastico si lancia in aut aut da regime. Con la stessa tecnica di Brunetta, anche la Gelmini denigrando gli insegnanti vuole colpire e denigrare il sistema dei servizi pubblici».E' proprio vero: le scuole non sono caserme, e neanche sono i carceri, come ha detto oggi la nostra Ministra all'Istruzione.
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