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mercoledì 20 maggio 2009
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Roma, proteste per cambio nome scuola "Pisacane", no da Gelmini
mercoledì 20 maggio 2009 19:23
ROMA (Reuters) - Un gruppo di militanti di destra stamani ha protestato a Roma contro la decisione di intitolare una scuola di periferia a un pedagogo giapponese in nome del multiculturalismo. Una vicenda su cui oggi è intervenuta anche il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, per la quale il cambio di nome "è inaccettabile".
Dopo le polemiche dei giorni scorsi innescate dalla notizia che la scuola elementare "Carlo Pisacane" di Tor Pignattara potrebbe venire intitolata a Tsunesaburo Makiguchi, stamattina alcuni militanti hanno protestato davanti all'istituto, che per la quasi totalità è frequentato da studenti stranieri.
Su alcuni cartelli affissi all'esterno della scuola si legge "No al cambio del nome 'Carlo Pisacane' - Azione Giovani".
I militanti hanno urlato slogan al megafono chiedendo, appunto, di non cambiare il nome all'istituto.
La decisione di cambiare il nome alla scuola - intitolata a una delle più note figure del Risorgimento - sarebbe legata proprio alla forte presenza di immigrati nel quartiere e alla volontà della preside di favorire l'integrazione.
"Con il massimo rispetto per il teorico dell'educazione creativa Tsunesaburo Makiguchi, è inaccettabile che una scuola italiana cancelli un simbolo così importante del nostro Risorgimento", ha commentato la Gelmini, come si legge in una nota.
"Non si derogano le radici del nostro Paese in nome di un vago internazionalismo che mortifica il valore delle nazioni e delle identità. Il ministero si opporrà con tutti gli strumenti che la legge gli riconosce per evitare che la scuola modifichi il nome", ha aggiunto il ministro, precisando che "la scuola realizza l'integrazione solo quando insegna a tutti gli studenti la lingua, la storia e la cultura del Paese in cui vivono".
mi chiedo:
1.ma cosa centra il ministro, è il consiglio d'istituto che decide....
2.sa il ministro chi è pisacane e quanti morti ha fatto?
mio figlio, più saggio di me si chiede:
se il pedagogo era americano, ci sarebbero stati problemi?
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